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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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rienza continui. La peer educa-
tion, essendo un metodo forma-
tivo di valore assodato, dovrà
continuare tenendo conto del-
l’esperienza maturata, degli a-
spetti positivi e delle criticità.
Gli organi collegiali della scuola
hanno già deliberato l’inseri-
mento del progetto nel Piano
dell’offerta formativa per il cor-
rente anno scolastico.
Il progetto viene riproposto
quindi per le classi terze.
Seguendo il metodo già collau-
dato, una volta scelti i peer edu-
cators da parte dei compagni, ai
quali gli ex peer educators pas-
seranno il testimone, ogni classe
individuerà l’area tematica o il
progetto da realizzare secondo
le proprie specifiche esigenze, si
organizzerà quindi per l’attività
necessaria e avrà un docente
referente con il compito di sup-
portare, sostenere, incoraggiare
il gruppo ad avanzare nel pro-
getto. Gli spazi temporali per la
realizzazione del progetto pos-
sono essere ricavati sia in orario
curricolare che in orario extra-
curricolare e in occasione delle
assemblee di classe mensili. Per
la diffusione del progetto e il
coinvolgimento di tutti gli stu-
denti della scuola potranno
essere utilizzate le assemblee
mensili d’Istituto, accanto ad
altri modi, auspicando una loro
rivitalizzazione quali momenti
importanti durante i quali gli
studenti possono riappropriarsi
del loro protagonismo per la
promozione del proprio benes-
sere.
CONCLUSIONE
L’ideale non è quello di limitare
la peer education ad alcune
classi e per periodi predefiniti,
ma di trovare il modo di intro-
durla strutturalmente nel siste-
ma dell’istruzione, senza sca-
denze temporali e sotto la diret-
ta responsabilità dell’istituzione
scolastica. Occorrerà perciò, in
prospettiva, passare dalle reite-
rate fasi sperimentali, caratteriz-
zate dalla precarietà e destinate
all’interruzione, alla messa a
sistema del modello pedagogico
della peer education, con la con-
sapevolezza che, come per le
misure di un vestito, un proget-
to di questo tipo deve essere ben
adattato ai destinatari e al con-
testo ambientale specifico nel
quale si applica. Il metodo della
sperimentazione sarebbe però
accettabile, anzi auspicabile, se
inteso come una ricerca-azione
permanente nella quale, strada
facendo, si apportassero le neces-
sarie continue modifiche richie-
ste dalle mutevoli esigenze dei
diretti interessati (gli studenti)
tenendo conto delle condizioni
ambientali: ciò è quanto richie-
derebbe un progetto vivo che si
evolvesse e crescesse con i suoi
beneficiari. Per garantire il suc-
cesso del progetto occorre, infi-
ne, poter far leva sugli operatori
scolastici, cioè sui docenti,
impegnati in prima persona a
investire e valorizzare il capitale
delle loro competenze pedago-
giche.
Franco De Marchi
Dirigente scolastico
Istituto magistrale “G. Carducci”
Trieste
Orientamento e scuola
Accanto all'arnia, nell'orto della casa di
Fauglis