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ferti dalla società, ad esercitare
cioè, pienamente, il proprio diritto
di cittadinanza; l’empowerment
diviene, in questo senso, un anti-
doto ad un processo di questo tipo.
Nella Conferenza delle donne di
Pechino, nel 1995, l’utilizzo del ter-
mine è passato da un uso speciali-
stico ad un uso maggiormente dif-
fuso in relazione alle strategie di
intervento contro la marginalità
sociale e di genere. Negli ultimi an-
ni, oltre ai contributi derivanti dal-
la letteratura sull’apprendimento e
sulla formazione e da quella della
psicologia di comunità, il concetto
è stato recepito anche dalla lettera-
tura medica e psicoterapeutica, in
relazione al rapporto medico-pa-
ziente o terapeuta-paziente e come
costrutto che propugna l’attivazio-
ne e l’informazione del soggetto
come forte componente di gestione
della salute (sia in ottica preventi-
va che curativa).
EMPOWERMENT
ED ORIENTAMENTO
Per quanto riguarda l’orientamen-
to, l’empowerment, come anticipa-
to nel primo paragrafo, è stretta-
mente correlato alla dimensione
psicologico-individuale dello stes-
so. E’ sufficiente infatti esaminare
quali sono i concetti ai quali si fa ri-
ferimento in questo primo orizzon-
te di azione dell’empowerment per
evidenziarne i legami con il proces-
so orientativo:
• il concetto di
self percived efficay
(autoefficacia percepita, coniato
da Albert Bandura): il livello di
autoefficacia percepita misura
quanto ogni soggetto creda alle
proprie capacità di attivare risor-
se cognitive e comportamentali
atte ad ottenere i risultati attesi
(esempio: quanto mi percepisco
efficace rispetto ad un compito
,indipendentemente dalla cono-
scenza o dalla ripetizione dello
stesso?). Risulta ormai dimostra-
to come queste credenze di effi-
cacia contribuiscano notevol-
mente a determinare le probabi-
lità di successo;
• il concetto di percezione e di va-
lorizzazione delle proprie abilità
e competenze;
• i fattori motivazionali che, par-
tendo da un cambiamento pen-
sato come possibile, attivino il
soggetto e gli consentano di inse-
rirsi in dinamiche di azione col-
lettiva.
Il percorso dell’empowerment do-
vrebbe portare da uno stato di
lear-
ned helplessness
(passività o impo-
tenza appresa, acquisita) in dire-
zione di una
learned hopefullness
(acquisizione di fiducia nella pos-
sibilità di determinare la propria
esistenza, una “speranza appre-
sa”). Si evidenzia immediatamente
la coincidenza di obiettivi, ogni
orientatore potrebbe acconsentire
ad avere come risultato atteso
un’attivazione del soggetto e l’ac-
quisizione, da parte dei propri
utenti, di una fiducia nella reale
possibilità di incidere attivamente
nel determinare la propria vita fu-
tura. Non c’è nemmeno bisogno di
sottolineare quale sia l’importanza
attribuita dall’orientamento all’e-
splicitazione e valorizzazione del-
le competenze del soggetto. L’ana-
lisi, la ricostruzione e la valorizza-
zione delle competenze ed abilità
dell’utente, la sua rimotivazione, il
potenziamento della sua efficacia
percepita sono obiettivi che l’o-
rientamento indubbiamente si po-
ne. Per questo, oggi, con una for-
mula sintetica diventa possibile
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
27
Orientamento e scuola
I tre livelli secondo i destinatari e l’oggetto di interesse dell’empowerment
: (rielaborazione da Piccardo, 1995)
4
Livelli
Destinatari
Oggetto di interesse
dell’empowerment
Livello individuale
Il singolo soggetto
Il potenziamento e l’espansione
dell’io individuale
Livello organizzativo
Il management ed i componenti del-
l’organizzazione
L’organizzazione come sistema:
in tutte le sue componenti statiche
e dinamiche
Livello di comunità
Il soggetto nel gruppo, nel proprio
contesto, ed i componenti
del gruppo stesso.
L’emarginazione,
il disagio psicologico.
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