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quindi permettere una condivisione
territoriale di servizi e di risorse se-
condo un criterio di complementa-
rietà.
Sistema D - Rete di cooperatori
: ca-
ratteristica anche di questo sistema
è lo scambio, che non è però disci-
plinato dalla complementarietà.
Nella
condizione di partenza
, tutti i
soggetti dispongono del medesimo
insieme di servizi; ciò di cui si av-
verte l’esigenza e per cui mancano
individualmente le risorse è una
maggiore qualità o un ampliamento
di servizi che ognuno eroga già in-
dividualmente. La Rete deve quindi
rispondere allo
scopo
di permettere
il miglioramento e l’ampliamento
di servizi già esistenti collegando e
integrando le risorse presenti nei
singoli nodi.
IL PROCESSO
Questo approccio riguarda l’iter
processuale adottato dalla Rete e
può applicarsi a Reti “governate”
dette anche “strutturate” mentre ri-
sulta meno applicabile ai casi di Re-
ti spontanee e poco governate. At-
traverso quale processo si formaliz-
za una Rete? Quali sono le fasi criti-
che attraverso cui la Rete transita
per pervenire a soddisfare il biso-
gno iniziale?
Si esaminano ora alcuni passaggi
rappresentati nel diagramma:
ORGANIZZARE
L’EROGAZIONE
DI SERVIZI
Analizzare i bisogni e definire le prio-
rità
(Fase 2)
Prima fase operativa è l’analisi del
bisogno-domanda, attuata tramite
adeguati strumenti di indagine (in-
terviste, questionari, focus-group,
analisi documentale, etc.) e volta al-
la definizione di obiettivi prioritari.
Pianificare i processi
(Fase 3)
Pianificare i processi (in ottica di
qualità) significa esplicitare pas-
saggi, responsabili, tempi, luoghi e
strumenti necessari alla loro attua-
zione, dando evidenza a tutto ciò.
Anche i passaggi del monitoraggio
e della valutazione, relativi sia al
processo sia al prodotto, vanno
esplicitati e tutti i nodi della Rete
devono conoscerne ed applicarne
criteri, indicatori e strumenti. La
pianificazione dei processi va inol-
tre condotta in funzione dell’ap-
plicazione degli standard dei ser-
vizi preventivamente definiti da-
gli accordi di Rete; si tratta di un
aspetto di fondamentale rilevanza
ai fini della valutazione del servi-
zio erogato, sia nei casi in cui i ser-
vizi vengano erogati da un ente di-
verso da quello che pianifica i pro-
cessi di erogazione, sia nei casi in
cui i servizi siano erogati dallo
stesso ente che ne pianifica i pro-
cessi di erogazione. Poiché si ope-
ra in Rete, anche il processo di
coordinamento e di organizzazio-
ne dei servizi (tipologia, responsa-
bile e target di riferimento) è og-
getto di pianificazione.
Attivare i processi di Rete
(Fase 4)
A seconda dello scopo per cui la
Rete è sorta, si potranno produrre
e/o erogare dei servizi, oppure
mettere a disposizione e scambia-
re servizi e risorse pattuiti. In que-
sta fase va però inclusa anche l’a-
zione di mantenimento della Rete,
ovvero tutte quelle operazioni ri-
volte a rendere i legami attivi e
funzionali allo svolgimento dei
processi in ottica di Rete, azione
che risulterà tanto più impegnati-
va quanto più la Rete avrà una
struttura complessa.
L’attivazione dei processi corri-
sponde allo scopo individuato ini-
zialmente: sistema A, erogazione
del servizio; sistema B, produzione
dei servizi; sistema C, messa a di-
sposizione dei servizi e delle risorse
stabiliti (ovvero rendere possibili
gli scambi); sistema D, scambio dei
servizi e delle risorse stabiliti (ovve-
ro integrare potenzialità).
Risulta che nei sistemi A e C l’atti-
vazione dei processi (erogazione,
messa a disposizione) non incide
sensibilmente sulla produzione di
servizi, quanto piuttosto sull’allar-
gamento del target che ne fruisce.
Invece nei sistemi B e D l’attivazio-
ne dei processi (produzione, scam-
bio e integrazione) incide proprio
sulla produzione e quindi sulla
qualità dei servizi.
GESTIRE LA QUALITÀ
DEI PROCESSI
E DEI PRODOTTI
DI RETE
Monitorare e valutare i processi e i pro-
dotti di Rete
(Fase 5)
Le Reti sono centrate sul raggiun-
gimento di determinati obiettivi,
basandosi spesso su uno o più
progetti; tendono pertanto a strut-
turare il processo piuttosto che le
funzioni dotandosi di sistemi di
funzionamento “orizzontali”; in
questo si differenziano dalle mo-
dalità di organizzazione delle isti-
tuzioni scolastiche che si articola-
no invece prevalentemente su si-
stemi “verticali” dove preminente
è l’adempimento della funzione
rispetto all’obiettivo. A questo
Orientamento e scuola
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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