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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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potenzialità, di costruzione della
prima ipotesi progettuale e di
costituzione ed avvio del gruppo
di lavoro sul caso. Assolve anche
alla funzione di ricomporre le
visioni talvolta necessariamente
parziali degli operatori. È questa
sede una delle tappe fondamen-
tali del processo di costruzione
dei significati delle varie situa-
zioni presentate e degli interven-
ti da attivare. Vede la partecipa-
zione degli operatori dell’area
adulti (assistenti sociali, educato-
ri professionali) e di altri profes-
sionisti eventualmente convocati
sui bisogni del singolo caso.
III livello operativo
: gruppi di lavoro
sul caso. A questo livello si svilup-
pano la presa in carico integrata ed
il trattamento del caso con l’obiet-
tivo della implementazione dei
progetti di inserimento lavorativo
e la garanzia della loro realizzazio-
ne. È a questo livello che si realiz-
za il coinvolgimento attivo dei
beneficiari finalizzata alla costru-
zione e co-progettazione dei pro-
getti individualizzati. Possono
essere presenti educatori, assisten-
ti sociali, altri operatori di area
sanitaria in funzione del livello di
complessità del progetto indivi-
dualizzato e delle aree di bisogno
individuate. Le famiglie vengono
spesso chiamate a partecipare al
percorso così come gli attori pre-
senti nei luoghi di lavoro.
Questo modello si connota per
dare vita a “progettualità aper-
te”, non definite una volta per
tutte, ma che siano in grado di
seguire i percorsi evolutivi delle
persone. Esprime al meglio le
proprie potenzialità, quanto più
si fonda su rappresentazioni di
lavoro e linguaggi condivisi fra
operatori (al punto di diventare
cultura di progetto). Tanto più è
curata questa dimensione, tanto
meno si riduce l’onerosità del
confronto. È evidente che questo
approccio è tanto più utile quan-
to più complesse sono le situazio-
ni. Per situazioni connotate da
livelli di relativa semplicità una
meccanica trasposizione di que-
sto modello può risultare addirit-
tura controproducente, perché
dilata i tempi di analisi e quindi i
tempi di risposta ai beneficiari.
La dimensione territoriale
Un progetto di questa natura non
può esaurire la propria azione
entro l’orizzonte dei Servizi so-
ciali. Tale è la differenziazione
delle caratteristiche dei beneficia-
ri e dei bisogni di cui sono porta-
tori che si pone la necessità di
interfacciarsi con altri sistemi che
sono detentori di parti dell’offer-
ta territoriale complessiva: siste-
ma dei servizi sanitari territoriali,
sistema della formazione profes-
sionale, servizi per l’impiego,
uffici per l’orientamento, sistema
produttivo, contesti del terzo set-
tore (cooperazione sociale e vo-
lontariato).
Questi aspetti qualificano la di-
mensione territoriale del proget-
to, promuovono la costruzione
della rete e ne sostengono le stra-
tegie d’azione.
La fig. 2 rappresenta le relazioni
attivate nel corso di questi anni.
La relazione più strutturata è
indubbiamente con il Servizio
Inserimento Lavorativo
1
dell’ASS
6 che si è sostanziata nella sotto-
scrizione di un “Protocollo d’in-
tesa” in cui è stato definito l’affi-
damento a quel servizio della ge-
stione amministrativa delle Bor-
se di Formazione Lavoro Comu-
nali (BFLC), la strutturazione di
un supporto consulenziale in
merito al tema del collocamento
mirato, e la definizione di una
procedura di segnalazione. È
presente inoltre una prassi di col-
laborazione con il DSM ed il
Consultorio Familiare, sempre
della ASS n. 6, per la cogestione
di alcuni progetti, laddove le
Formazione
professionale
Servizi territoriali
ASS 6
Terzo settore
(volontariato e coop.
Sociale)
Servizi provinciali
per l’impiego
Realtà produttive
Servizio
Orienta
Lavoro”
Servizi per
l’orientamento
Servizio Sociale del
Fig. 2:
I principali servizi interlocutori
Orientamento e società
1...,37,38,39,40,41,42,43,44,45,46 48,49,50,51,52,53,54,55,56,57,...78
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