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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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LA VALUTAZIONE PER L’APPRENDIMENTO
Franca Ometto
DAL RISULTATO AL PROCESSO
PREMESSA
Il dibattito sulla valutazione in Ita-
lia dagli inizi degli anni Settanta
non ha mai messo in discussione i
paradigmi fondamentali di riferi-
mento, quali la promozione con
tutte le sufficienze per il passaggio
alla classe successiva e il potere
decisionale del consiglio di classe.
L’emergere della necessità di una
larga frequenza nella scuola ha
poi spostato l’accento sulla ne-
cessità di abbassare le percentua-
li di bocciature e le strategie mes-
se in atto dai docenti si sono per
lo più concentrate sulla costru-
zione di griglie di correzione di
prove comuni e sul monitoraggio
costante dei risultati.
L’attenzione si è spostata dai ri-
sultati ai processi ed è stata intro-
dotta in larga misura nelle scuole
la progettualità.
La legge dell’autonomia ha se-
gnato così lo spartiacque tra un
sistema-scuola incentrato sulla
certificazione dei risultati e un
ambiente–scuola dove il focus
diventa il processo formativo e la
capacità di risolvere problemi.
Da qui l’insufficienza dei pro-
grammi ministeriali e la necessità
di giungere a forme nuove di
insegnamento che privilegino
davvero l’autonomia e lo spirito
di ricerca dell’allievo.
Anche la povertà numerica del
voto è stata messa in discussione,
ma più per introdurre una narra-
zione del giudizio, che per un
radicale cambiamento dell’idea
del percorso formativo sottesa
all’idea di apprendimento e di
valutazione.
Dietro la rappresentazione italia-
na della valutazione c’era un pre-
cisa idea della formazione. L’o-
biettivo era quello di creare un
cittadino che avesse una cultura
ampia che spaziasse dagli aspetti
teorici a quelli operativi, che com-
prendesse soprattutto una solida
base umanistica. I licei sono l’e-
spressione più emblematica del
nostro tipo di scuola dove si im-
partisce una cultura ancora mol-
to legata ad un impianto teorico-
umanistico. Con questo non si-
gnifica dichiarare tramontati i
principi che ispiravano la cultura
del passato e rinnegare i modelli
che sono alla base delle nostre
origin, che costituiscono per così
dire il tessuto cellulare della no-
stra identità culturale, anzi, si va
riscoprendo probabilmente in
tutta la sua attualità il complesso
di valori umanistici e si ripropo-
ne da più parti una rifondazione
di esso come antidoto ai tecnici-
smi vuoti di significato e alla per-
dita del senso di cittadinanza
europea
1
.
Ma, d’altra parte. è anche vero
che i nostri risultati sono piutto-
sto scadenti, almeno a considera-
re gli esiti dell’indagine PISA.
2
Il
fatto è che spesso nella valutazio-
ne scolastica si è posta l’attenzio-
ne sul risultato e non sul proces-
so e i parametri del contratto for-
mativo sono stati impostati so-
prattutto sulla verifica di quanto
è stato passivamente appreso o,
per meglio dire, memorizzato sic
et simpliciter, dall’alunno, che
raramente è stato coinvolto in
processi di auto o co-valutazione.
Ancora alcuni ritengono che au-
tovalutazione possa significare
un depauperamento di una pre-
rogativa che fa del docente l’arbi-
tro indiscusso del processo di
valutazione, mentre coinvolgere
l’alunno significa fornirgli gli
strumenti per conoscere se stes-
so, per crescere, per migliorare,
per apprendere davvero quello
che gli servirà nella vita, per
imparare a risolvere problemi, in
una parola, ad orientarsi nel labi-
rinto della sua esistenza presente
e futura, quando sarà ripetuta-
mente chiamato a gestire i cam-
biamenti, a mettere in atto strate-
gie di coping, ad applicare stru-
menti e metodi per elaborare de-
cisioni importanti.
Tutto il resto, molti dei cosiddetti
“contenuti disciplinari“ l’avrà
dimenticato.
A tutti noi, che siamo nella scuo-
la da più anni, sarà sicuramente
capitato di incontrare un alunno
che si ricorda di noi, anche delle
nostre lezioni, ma soprattutto di
quello che c‘era “intorno”, la no-
stra umanità, la nostra lezione di
vita e un metodo per apprendere,
il cosiddetto
learn to learning
. Non
voglio certo rifarmi ad un’imma-
gine di insegnante edulcorata,
femmina, nubile, da “libro Cuo-
re”, la missionaria della scuola;
e modalità che l’alunno
apprende sono
gli strumenti e
le strategie che
gli serviranno
per affrontare i problemi
della vita, fronteggiare
le transizioni e
prendere decisioni
L