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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
ORIENTAMENTO E SCUOLA
tivati. Sebbene l’insegnamento
sia preso molto seriamente a
Swarthmore, c’è un’opinione co-
mune secondo cui durante i quat-
tro anni di corso gli studenti im-
pareranno molto più gli uni dagli
altri di quanto si aspettino. Par-
lando con qualcun altro delle loro
passioni (musica, letteratura, fi-
losofia, computer, viaggi, ecc.) si
condurranno l’un l’altro in nuovi
mondi. Parleranno con animazio-
ne di quello che fanno, condivi-
deranno le proprie esperienze
con più entusiasmo forse di quan-
to faccia qualunque insegnante
svolgendo il programma. (Non si
creda che le motivazioni sco-
lastiche debbano essere neutre e
slegate da tutto). In queste re-
lazioni è in moto un’educazione
efficace.
Ancora, per parlare del loro valo-
re educativo, c’è molto di più in
gioco in queste relazioni che in
ciò che si ottiene aprendo nuove
finestre di conoscenza. Tutti gli
studenti portano con sé una sto-
ria di relazioni. Uno dalla classe
operaia, un altro dalla classe be-
nestante; le femmine portano i
valori e le capacità di amiche del-
lo stesso sesso, e così i maschi;
studenti appartenenti a minoran-
ze culturali porteranno con sé
abitudini di vita diverse da quel-
le della maggioranza. Le relazio-
ni tra realtà diverse divengono
così significative. Forniscono pri-
ma di tutto una comprensione
profonda di stili di vita alternati-
vi e allargano la loro comprensio-
ne del mondo in cui vivono. E,
cosa ugualmente importante, gli
studenti imparano come relazio-
narsi con gli altri, che altrimenti
sarebbero alieni. Non solo impa-
rano cosa vuol dire crescere in un
differente gruppo etnico, per e-
sempio, ma migliorano anche la
loro abilità nel relazionarsi con
persone di più gruppi diversi. In
termini di obiettivi educativi, im-
parare come relazionarsi può es-
sere in definitiva il risultato più
importante di questo tipo di rela-
zioni.
In questo contesto dovremmo
accogliere di buon occhio il cre-
scente dominio di quelle pratiche
e politiche educative che danno
maggiore importanza all’inter-
scambio tra studenti. Una delle
direzioni più importanti di que-
sto fenomeno è quella che va ver-
so una classe collaborativa
5
. In
una classe collaborativa l’enfasi
non è posta soltanto sull’insegna-
nte e sugli studenti come condi-
videnti il sapere e l’autorità, ma
sulla condivisione tra gli stessi
studenti. Specialmente nel caso
di questi ultimi è importante la
creazione di gruppi eterogenei,
idea che insieme a quella di clas-
se collaborativa costituisce una
grossa spinta verso una scrittura
collaborativa
6
. Piuttosto che ve-
dere gli studenti come autori
improvvisati, il tentativo è quello
di generare un team di talenti e
risorse. Se gli studenti collabora-
no tra loro in questo modo, fun-
gono anche da educatori. Questi
cambiamenti sono anche conge-
niali all’esplorazione attiva delle
forme dialogiche di educazione
7
.
Se la conoscenza è in definitiva il
prodotto di persone che comuni-
cano tra loro, allora il dialogo do-
vrebbe intendersi come la più
importante forma di pedagogia.
È anzitutto attraverso una parte-
cipazione attiva alla conversazio-
ne che una persona si prepara al-
la conversazione nella vita reale.
All’interno di un’educazione cri-
tica, il dialogo è anche il mezzo
più importante per sviluppare
una sensibilità critica.
Sebbene sia profondamente con-
vinto della ricchezza di queste
pratiche relazionali all’interno
della classe, mi rendo anche con-
to che ci sono ostacoli significati-
vi alla loro piena realizzazione,
tra questi il più importante è la
tradizione della valutazione in-
dividuale. Come insegnanti sia-
mo virtualmente chiamati a sot-
toporre a giudizio i nostri stu-
denti, non solo per fornire dei
feedback corretti alle loro presta-
zioni, ma anche per assicurare il
pubblico che stiamo confezionan-
do dei prodotti soddisfacenti.
Siamo anche consapevoli che tali
procedure generano grande ap-
prensione tra i nostri studenti, a
volte panico, e altre volte scorret-
tezze. Siamo anche testimoni de-
gli effetti della valutazione sulle
relazioni di classe, dove si forma-
no gerarchie legate ad essa e pre-
vale un’atmosfera di tutti contro
tutti. E ancora, continuiamo a da-
re voti individuali perché questa
è la nostra tradizione. Ma se
diventassimo più sensibili al mo-
do in cui ragione e memoria e-
mergono dalla relazione, diven-
teremmo anche più consapevoli
della fallacia della valutazione
individuale. Senza alternative al-
la valutazione individuale non
possiamo andare oltre, e questa è
la sfida più grande per il futuro.
La classe e il mondo
Infine, consideriamo un circolo
di relazioni in cui la classe sia in
relazione con il resto del mondo.
L’educazione occidentale ha per
lungo tempo riconosciuto la bon-
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