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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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L’EDUCAZIONE COME RELAZIONE
Kenneth J. Gergen
PREMESSA
A volte considero il mio lavoro
di professore una sorta di ere-
dità. Anche mio padre era un
professore ed io ne ero affascina-
to. È ironico, perché quando ero
un ragazzino lo avevo conosciu-
to come un uomo severo e auto-
ritario, e i miei amici lo chiama-
vano “l’orso”. Solo col tempo
realizzai che eravamo noi, i suoi
quattro figli, ad essere responsa-
bili della sua personalità “prus-
siana”, che era il solo modo che
avesse a disposizione per mante-
nere il controllo sul caos che lo
circondava. Ma mio padre, “il
professore di matematica”, in
realtà era un uomo completa-
mente diverso. In classe i suoi
gesti animati si accompagnava-
no ad un brio spontaneo, e quan-
do le sue parole e la polvere di
gesso riempivano l’aria gli stu-
denti ne rimanevano catturati. E
così io.
Sebbene influenzato dal suo mo-
do di fare quando era in classe,
non sarei mai riuscito ad emulare
lo stile di mio padre, che era solo
suo. Tuttavia, nei miei primi anni
d’insegnamento riscontrai una
certa somiglianza: anch’io ero il
“comandante” della classe, dise-
gnavo le “rotte”, “comandavo” le
letture, e valutavo con mano im-
parziale. In questo, assomigliavo
a molti dei miei colleghi.
Ma non ho continuato a lungo su
questa strada; dopo poco la clas-
se non è stata più la mia nave ed
io non sono più stato il suo co-
mandante. Negli anni, la conce-
zione tradizionale degli indivi-
dui come agenti isolati, ognuno
facente affidamento sulle pro-
prie risorse mentali per model-
lare le azioni, ha perso di attrat-
tiva. Trovo difficile pensare alle
mie azioni in classe come stretta-
mente mie, o ai comportamenti
degli studenti come fuoriusciti
da qualche interna sorgente pe-
renne. Ciò che accade nella clas-
se è ciò che compiamo insieme.
Non credo di essere il solo a pro-
vare questo sentimento di cen-
tralità della relazione nell’edu-
cazione: questo tipo di sensazio-
ni circolano ora con crescente
forza in tutto il mondo dell’edu-
cazione. Dovunque si diffon-
dono nuovi metodi che stanno
lentamente lasciando alle spalle
il mito degli individui che hanno
successo o falliscono a seconda
della bontà delle loro capacità
personali. Né credo che gli edu-
catori stiano navigando a caso in
mare aperto, anzi, quando osser-
vo il mondo delle pratiche pro-
fessionali, vedo dovunque una
sensazione crescente di avvici-
namento a nuovi orizzonti, negli
affari, nelle organizzazioni di
volontariato, nella ricerca socia-
le, nella terapia, nel lavoro socia-
le, nel counseling, e via dicendo.
In ogni caso troviamo esempi
sempre più numerosi dello spo-
stamento del focus dall’indivi-
duo isolato alla relazione.
DALLA MENTE
ALLA RELAZIONE
La cultura occidentale è stata a
lungo innamorata della visione
dell’individuo quale origine della
ragione. Siamo affascinati dall’i-
dea del genio isolato, alla Galileo,
alla Newton o alla Einstein, clas-
sicamente rappresentato in posa
pensante. Allo stesso modo il
sistema educativo ha marciato a
lungo sotto lo stendardo cartesia-
no del cogito. Passiamo ore a svi-
luppare nuovi metodi che renda-
no gli studenti in grado di “pen-
sare da soli” e, seguendo questa
tradizione, riteniamo anche che il
pensiero venga prima del lin-
guaggio o della scrittura e ne sia
separato. Il pensiero è un atto pri-
vato, e le parole sono semplice-
mente i veicoli attraverso i quali
tentiamo di far conoscere agli
altri i nostri pensieri. La mente
individuale viene prima di tutto,
le relazioni sono optional secon-
dari.
Tuttavia, consideriamo un mo-
mento la possibilità che la nostra
tradizione sia stata fuorviante
nella visione dell’individuo. La-
sciatemi allora proporre un’altra
possibilità, più irriverente: che
l’unità fondamentale nel generare
il pensiero intelligente sia la rela-
zione. Communicamus ergo sum.
Su che presupposti possiamo so-
stenere un’alternativa così radi-
cale? Prima di tutto, si consideri
o
scopo fondamentale
dell’educazione non è quello
di ‘riempire’ gli studenti
di contenuti, ma di
coinvolgerli maggiormente
nel processo di
partecipazione.
La sfida dell’insegnante
è quella di relazionarsi con
gli studenti, partendo dalla
sua rete di esperienze
L
L’IMPORTANZA DELLE RELAZIONI NELLE ISTITUZIONI EDUCATIVE
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