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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Orientamento e scuola
che sono poche le persone che
nella storia hanno vissuto periodi
significativi della propria infan-
zia privi di contatto umano. An-
che con grandi sforzi, i “bambini
selvaggi” trovano difficoltà a so-
cializzare. Non riescono ad entra-
re in una società in veste di indi-
vidualità pensanti. Ma del resto
si provi a immaginare cosa pen-
serebbe un bambino simile. Cer-
tamente non sarebbe capace di
pensare alla scienza, alla lettera-
tura o all’arte, non potrebbe di-
stinguere il bene dal male e non
avrebbe interesse verso la fami-
glia, la comunità, o la pace nel
mondo. Questi “oggetti del pen-
siero” si sviluppano tutti attra-
verso le nostre relazioni con gli
altri. Pensare questo tipo di argo-
menti richiede per prima cosa un
linguaggio, e il linguaggio per
sua natura può nascere solo tra
due o più persone. Un linguaggio
parlato da una sola persona non
si qualificherebbe come tale, non
avrebbe senso.
La stessa cosa riguarda il modo in
cui sorridiamo o aggrottiamo le
sopracciglia, salutiamo con la ma-
no o con la testa, facciamo sport o
pensiamo, suoniamo il piano o
dipingiamo. È attraverso la rela-
zione che tutte queste azioni di-
vengono intelligibili e ragionevoli,
opposte a quelle incomprensibili.
Non ci fissiamo i piedi per ore e
non accarezziamo un palo della
luce, non perché non ne siamo
capaci, ma perché sono azioni che
non hanno senso nel contesto
delle nostre relazioni. E l’idea che
emergano delle capacità di giudi-
zio proprie è qualcosa che sta al di
fuori delle nostre relazioni.
Vorrei approfondire la questione
del primato delle relazioni, e più
in particolare i modi con i quali
questa idea possa aprire nuove
prospettive nel processo educati-
vo. Per cominciare, si consideri il
significato della relazione nel
decidere i contenuti delle varie
materie. Come mostrato chiara-
mente da molti studi storici, la
conoscenza che insegniamo nei
nostri corsi, dalla storia alla lette-
ratura, dalla biologia al calcolo,
dalla geografia alla psicologia, è
invariabilmente il prodotto di
una comunità. Senza una comu-
nità che condivida le materie di
Anzil,
Dopo la fucilazione,
olio su tavola, 1944/46.