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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Orientamento e scuola
lo studente esiste all’interno di
un circolo di relazioni tra compa-
gni di classe, e che queste relazio-
ni non solo posseggono un im-
portante potenziale educativo,
ma incideranno anche sulla rela-
zione tra insegnante e studente.
Insegnanti efficaci, allora, non
guarderanno solo alla loro rela-
zione con gli studenti, ma svilup-
peranno metodi per portare al-
l’interno del circolo anche le rela-
zioni tra gli studenti stessi. In
effetti, aumentiamo le possibilità
del processo educativo allargan-
do il raggio del circolo delle rela-
zioni di cui teniamo conto.
Allarghiamo il dominio delle
relazioni. Per esempio, in anni
recenti gli educatori si sono sem-
pre più interessati ai rapporti tra
gli studenti e le loro famiglie:
questa relazione può influire
significativamente su ciò che ac-
cade nella relazione insegnan-
te/studente. Una pedagogia effi-
cace dovrebbe tenere conto di
questo circolo. Allo stesso modo,
dobbiamo essere pronti a farci
domande sulle relazioni di clas-
se, tenendo conto delle istituzioni
circostanti che coinvolgono il
mondo degli affari, il governo,
l’industria e così via. Se l’educa-
zione vuole avere successo, que-
sti circoli dovrebbero essere con-
siderati anche nelle attività di
classe. Se un’educazione efficace
è il risultato della partecipazione
alle relazioni, allora le relazioni
con quei gruppi dei quali si
potrebbe arrivare a fare parte
sono un imperativo nella prepa-
razione degli studenti. Più in
generale, dobbiamo investigare
sulle relazioni all’interno della
classe in rapporto al mondo. Se
fare scuola vuol dire preparare
gli studenti a divenire cittadini
del mondo, allora bisogna prima
di tutto avere cura delle relazioni
con persone di altre “regioni”.
Ritengo quindi necessario che
prenda sempre più piede una
nuova sensibilità ai circoli di rela-
zioni nei quali avviene l’educa-
zione. Non si tratta di un piano o
un programma specifico, ma di
un modo di pensare attraverso le
nostre politiche e azioni. È un
modo di pensare prima di tutto
alla relazione dell’insegnante con
lo studente. Comunque, questo è
solo un primo passo di un pro-
cesso che non ha un punto d’arri-
vo stabilito. Aumentando il no-
stro coinvolgimento in altre rela-
zioni, passate, presenti e future,
siamo sensibilizzati alle nuove
dimensioni e potenzialità del
processo educativo. Cerchiamo
però di non lasciare che queste
proposte restino mere astrazioni.
Di seguito, vorrei esplorare quei
concetti e quelle azioni che po-
trebbero aiutare ad esprimere le
potenzialità di un punto di vista
relazionale.
ALCUNI TIPI
DI RELAZIONI
Relazioni in azione
Come abbiamo visto, quando
pensiamo in termini di circoli re-
lazionali subito ci confrontiamo
con una serie virtualmente infi-
nita di possibilità. Non esiste un
limite stabilito a ciò che può esse-
re incluso come rilevante all’in-
terno dei circoli, né al modo in
cui possa partecipare alla relazio-
ne. Ancora, è importante sottoli-
neare che lo scopo è quello di
orientare l’educazione piuttosto
che trovare un programma siste-
matico di cambiamento. Per illu-
strare le varie possibilità, tratterò
diversi tipi di relazioni, prima tra
insegnanti e studenti, poi tra gli
stessi studenti, e infine tra la clas-
se e il contesto globale. In ognuno
di questi casi potremo vedere
quanto una sensibilità relaziona-
le possa arricchire i nostri meto-
di.
Insegnante e studente
Tradizionalmente c’è sempre sta-
ta preoccupazione verso il pro-
blema di come debba essere un
buon insegnante, quali metodi
siano più efficaci, quali modi di
trattare gli studenti siano consi-
gliabili per avere risultati miglio-
ri, e via dicendo. Sebbene da me-
no tempo, vi è però anche una
certa attenzione allo studente, al
suo stadio di sviluppo cognitivo,
ai suoi bisogni personali, interes-
si naturali, autostima e così via.
Tuttavia, entrambe queste tra-
dizioni sono tipicamente focaliz-
zate sull’individuo, l’insegnante
o lo studente. Un orientamento
relazionale ci richiede di conside-
rarli insieme.
Un’insegnante può essere auto-
rizzata a richiamare la classe
all’ordine, ma una richiesta di
questo tipo sarebbe scarsamente
accolta se gli studenti non avesse-
ro rispetto per l’insegnante. L’in-
segnamento non può essere sepa-
rato dall’apprendimento, senza
l’uno l’altro è destinato a fallire.
Se uno studente dovesse fallire,
anche l’insegnante avrebbe falli-
to; un insegnante che ricevesse un
riconoscimento “al miglior inse-
gnante” dovrebbe dividerlo con i
suoi studenti.