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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
ORIENTAMENTO E SCUOLA
con le altre culture, che andava
però a discapito della comunica-
zione con il mondo. Il coloniali-
smo ha infatti provocato una
omologazione del diverso (per
cultura, lingua e religione), che
ha iniziato a “globalizzare” il
mondo a partire da cinque secoli
fa. Quando però l’Occidente ha
dimenticato l’estraneità dell’Al-
tro esteriore, ha trovato un Altro
interiore con la scoperta dell’in-
conscio.
Nella società contemporanea, si è
passati dall’omologazione con-
flittuale dell’estraneità ad un
complesso dialogo tra uguaglian-
za e differenza. Nel senso che la
ricerca dell’uguaglianza non si-
gnifica inseguire un’identità in
senso omologante, mentre la dif-
ferenza non viene più coniugata
secondo lo schema gerarchico in-
feriorità/superiorità. Ciò signifi-
ca trasformare anche il paradig-
ma stesso del processo di socia-
lizzazione, codificato nell’ambito
della società di massa. La scoper-
ta del Sé attraverso il contatto con
l’Altro e gli altri sostituisce l’esi-
genza della scomparsa dell’Io nel
Noi, come prerequisito di una so-
cietà ben funzionante (Colombo
2002; Melotti 2000a; 2000b; Unga-
ro 2001; 2004).
A livello sociologico, ciò significa
assumere un concetto di socializ-
zazione capace di salvaguardare
l’autonomia individuale (Palmo-
nari 1990; Baraldi 1992; 2003). In
altre parole, si ritiene che il pro-
cesso di socializzazione sia corri-
spondente a quello di individua-
zione (di un Io e del Sé). La for-
mazione del Sé è allora fortemen-
te connessa con le capacità rela-
zionali. Ovvero il Sé non è che il
frutto della relazione tra l’Io e
l’Altro, i quali tra loro più che ‘es-
sere’ in modo autonomo, ‘inter-
sono’. Né l’Io né l’Altro possono
perciò esistere solo in virtù di se
stessi. In tal senso si può chiude-
re il cerchio ritornando a quanto
affermato fin dall’inizio.
L’educazione all’interculturalità
rappresenta un mezzo, una pos-
sibile strada da percorrere, per
far sì che la dimensione multicul-
turale in cui di fatto viviamo, non
sia più intesa come un annoso
problema da risolvere, un peso
che ci portiamo dietro, ma come
una ricchezza interna alla società
stessa, dalla quale tutti possiamo
imparare a trarre preziose e
nuove possibilità.
METODOLOGIA
DEGLI INTERVENTI
I temi suddetti (capacità empati-
che, di dialogo con sé e gli altri),
sono stati affrontati con l’uso di
metodologie interattive che pre-
vedono l’utilizzo di
brainstor-
ming, role playing,
visualizzazio-
ni, racconti metaforici, simulazio-
ni, attività esperienziali, attività
di espressione e contatto corpo-
reo. Tali metodologie interattive
sono state integrate da modalità
specificatamente psico-sociologi-
che e sociologiche: colloqui indi-
viduali, interviste in profondità,
osservazione partecipante. Inol-
tre, ai fini del “fissaggio”, della
ricodifica e della valutazione
degli interventi svolti, è stato
somministrato ai soggetti interes-
sati un questionario pre-inter-
vento ed uno post-intervento (si
veda il punto 5 per l’elaborazione
e l’interpretazione dei dati). In
generale, le modalità utilizzate
traggono ispirazione dalla meto-
dologia gestaltica-fenomenologi-
ca e dallo stile del sociodramma
moreniano; in particolare, per la
parte inerente l’analisi della
struttura emotiva si è tratto spun-
to dal metodo RET (terapia razio-
nale-emotiva) ideato da Ellis, che
studia appunto i meccanismi che
sono alla radice delle reazioni
emotive.
Sulla b
ase dei dati raccolti nello
svolgimento degli interventi pre-
cedenti e da una presa in visione
della più recente letteratura
scientifica rilevante sulla questio-
ne, si può sintetizzare la situazio-
ne di sfondo su cui si è operato
nei punti seguenti:
• Considerevole aumento della
presenza di studenti stranieri
con relative problematiche di
inserimento (comprensione
linguistica, modalità relazio-
nali, situazioni di disagio fa-
miliare, situazioni traumatiche
dovute al cambiamento ma
anche al vissuto personale, in
alcuni casi senso di svalutazio-
ne legato alle proprie origini
con difficoltà di scoprire gli
aspetti positivi della propria
cultura).
• Trasformazione delle tipologie
di disagio presenti negli stu-
denti pre-adolescenti in ma-
niera correlata ai recenti pro-
cessi di mutamento sociale.
• Tali trasformazioni riguardano
per prima cosa una “biforca-
zione” tra varie forme di disa-
gio (psicologico, relazionale,
emotivo, sociale) e il rendi-
mento scolastico. Nel senso
che le due dimensioni non
appaiono strettamente correla-
te. Un forte disagio, a vari
livelli, può essere correlato ad
un buon rendimento scolasti-
co. Così come un insufficiente
rendimento scolastico può es-
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