po una prolungata uscita per impe-
gni familiari. Le due situazioni sono
a tal punto diverse, che tali due seg-
menti di offerta femminile sono ad-
dirittura in competizione tra loro,
specie dopo che la legge Treu (la
196/97) ha esteso anche ai diploma-
ti, e fino ai 24 anni, la possibilità di
essere assunti con contratto di ap-
prendistato (che sappiamo essere
estremamente appetibile per le im-
prese). Tale legge ha attribuito un
indubitabile vantaggio competitivo
alle donne più giovani, rispetto a
quelle adulte. Parimenti, i modelli
di partecipazione al MdLmutano in
maniera profonda e radicale in fun-
zione dei livelli e titoli di studio
posseduti. In particolare varia il
grado
di partecipazione (momenti
ed intensità di entrata ed uscita dal
MdL), nonché variano le
strategie
di
partecipazione da cui dipendono
gli obiettivi professionali assunti, il
significato ed il valore attribuito al
lavoro, le soluzioni adottate rispet-
to ai conflitti di ruolo che pesano in
maniera particolare sul sistema mo-
tivazionale delle donne [Reyneri
2002, cap. 4]. Ma pensiamo anche
agli esiti, su segmenti ancora più
circoscritti, di crisi industriali che
spiazzano imprese ad alta intensità
di occupazione femminile (ad esem-
pio l’elettronica o il tessile). Sappia-
mo che il lavoro industriale delle
donne è stato tradizionalmente ca-
ratterizzato da forte parcellizzazio-
ne e specializzazione funzionale. In
genere le donne espulse da settori
industriali segnati da crisi struttu-
rale, specialmente nel caso di im-
prese situate in aree territoriali peri-
feriche, risultano di difficilissima ri-
conversione e ricollocazione.
LA VULNERABILITÀ
DEI PIÙ GIOVANI,
TRA VECCHIE
E NUOVE FORME
DI DISOCCUPAZIONE
Infine esaminiamo come si distri-
buisce la disoccupazione in rappor-
to all’età. Anche da questo punto di
vista, l’Italia si distingue nel pano-
rama dei paesi a più alto indice di
Orientamento e società
37
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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23
Fig. 2:
Andamento dell’occupazione totale, femminile e maschile dal 1993 al 2002
(numeri indice)
Fonte: ns. elaborazioni su dati Istat
Fig. 3:
Tassi di disoccupazione per classi d’età e per genere nel 2002
Fonte: ns. elaborazioni su dati Istat