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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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me ipotesi, da vagliare con ulteriori
approfondimenti di ricerca, che co-
me conclusioni. Ci si propone dun-
que di fornire qualche ausilio cono-
scitivo e spunto di riflessione per
l’elaborazione, soprattutto in chia-
ve strategica, di politiche e pro-
grammi da parte dei soggetti che
operano nella vasta ed articolata
area formata dalle cosiddette “poli-
tiche attive del lavoro”
1
.
Il taglio analitico qui proposto ed
utilizzato si inserirà nel solco del-
l’approccio “orientato all’offerta”;
ovvero i dati ed i fenomeni sotto-
posti ad esame, verranno letti ed
interpretati prevalentemente alla
luce di quanto accade sul versante
dell’offerta di lavoro
2
. Ciò non solo
perché l’interesse analitico e lo sco-
po operativo delle politiche del la-
voro verte sui lavoratori ed in par-
ticolare su quelli che appaiono più
vulnerabili nel MdL (dal punto di
vista della difficoltà di trovare un
lavoro e del rischio di perdere
quello posseduto). Ma tale scelta
discende soprattutto dal fatto che
si sta facendo vieppiù spazio, sulla
base di riflessioni teoriche e riscon-
tri empirici, l’idea della centralità
ed autonomia analitica dell’offerta
di lavoro [Accornero-Carmignani
1986, Ballarino-Bernardi 1997, Do-
nati 2002, La Rosa 2002, Mingione-
Pugliese 2002, Reyneri 2002]. Tale
visione si contrappone ad una let-
tura di marca economicista che at-
tribuisce priorità analitica alla do-
manda. In quest’ultimo caso, l’an-
damento del MdL dipenderebbe
essenzialmente dall’evoluzione ge-
nerale e settoriale dell’economia e,
al suo interno, delle variabili tecni-
che ed organizzative che determi-
nano l’evoluzione quali-quantitati-
va della struttura professionale.
Secondo questa prospettiva l’offer-
ta denoterebbe una forte ed incon-
dizionata propensione ad adattarsi
alla domanda. La logica d’azione
dei lavoratori sarebbe infatti im-
prontata da una razionalità econo-
mica in senso stretto: essi elegge-
rebbero il salario quale incontra-
stato parametro di scelta tra le di-
verse opportunità, ravvisabili dal
confronto tra imprese, aree geogra-
fiche, settori economici, ambiti e li-
velli professionali. Dati tali assun-
ti, il comportamento dell’offerta ri-
sulterebbe analiticamente trascura-
bile, visto che il MdL verrebbe so-
stanzialmente “spiegato” dall’an-
damento della domanda.
La visione
supply-side oriented
, in-
vece, questa volta di matrice socio-
logica, attribuisce all’offerta auto-
nomia e centralità analitica, nel
senso che vede il comportamento
degli attori in rapporto al MdL co-
me dettato da dimensioni, logiche,
vincoli “sociali”, non riconducibili
alle mere finalità e funzioni econo-
miche. L’offerta viene dipinta co-
me più rigida, più selettiva, meno
malleabile rispetto alla concezione
alternativa, poc’anzi illustrata. Il
MdL, pertanto, non può essere
compreso senza tematizzare l’of-
ferta come dimensione capace di
condizionarne l’andamento ed il
funzionamento. Da questo punto
di vista, contano i fattori struttura-
li connotanti l’offerta, quali i trend
demografici, la stratificazione so-
ciale, il livello e la distribuzione
dell’istruzione e delle competenze
professionali; ma contano anche
fattori soggettivi e di natura sim-
bolica, ovvero i sistemi di “senso”
che i soggetti, anche in base alle
identità ed ai valori sociali condi-
visi, attribuiscono al lavoro, deter-
minando così il proprio sistema di
motivazioni, atteggiamenti, orien-
tamenti rispetto al lavoro stesso.
L’attenzione analitica riservata al-
N
TRACCE E PROFILI
DI DISOCCUPAZIONE
COME CAMBIA IL MERCATO DEL LAVORO
NEL FRIULI-VENEZIA GIULIA
Gabriele Blasutig
UNA LETTURA DELLA
DISOCCUPAZIONE
CENTRATA
SULL’OFFERTA
DI LAVORO
Questo articolo si propone di ana-
lizzare l’evoluzione del Mercato del
Lavoro (d’ora in avanti MdL) in
Friuli-Venezia Giulia, con particola-
re riferimento alle tendenze ineren-
ti il problema della disoccupazione.
L’obiettivo è quello di andare al di
là di una mera descrizione quanti-
tativa, nell’attuale quadro congiun-
turale. La domanda di fondo a cui si
cercherà di rispondere è pertanto la
seguente: leggendo tra le pieghe dei
dati statistici, si possono riconosce-
re segnali di cambiamenti di fondo
attribuibili al fenomeno della disoc-
cupazione in Friuli-Venezia Giulia?
La risposta a tale domanda sarà po-
sitiva, ancorché le interpretazioni
proposte andranno assunte più co-
ell’osservare la
disoccupazione, non
possiamo più utilizzare
modelli esplicativi di
portata generale o
categorie analitiche troppo
inclusive. Più che grandi
“serbatoi” di
disoccupazione che si
impongono all’osservatore,
dobbiamo ricercarne le
tracce, più o meno
profonde, e ricostruirne i
profili, sempre piuttosto
incerti e cangianti