to alla categoria fortemente inclusi-
va dei “giovani” (oggettivamente
discriminata nel MdL, come vedre-
mo in un successivo paragrafo), tra-
scurando fattori di ripartizione in-
terni a tale categoria, quali possono
essere le appartenenze e le identità
sociali, oppure i livelli e gli indiriz-
zi di studio, o ancora le specifiche
fasce d’età. Da tali differenziazioni
possono derivare diversi orienta-
menti e sistemi di aspettative ri-
spetto al lavoro, diverse strategie di
inserimento nel MdL, nonché di-
verse dotazioni di capitale intellet-
tuale e di capitale sociale.
In termini di politiche di contrasto
alla disoccupazione, la medesima
logica porta quindi a concentrare
gli sforzi quasi esclusivamente sul-
l’espansione della base occupazio-
nale, ovvero sullo stimolo genera-
lizzato dell’economia, trascurando
tra l’altro i problemi di “allinea-
mento” con le caratteristiche del-
l’offerta (per esempio rispetto alla
natura dei posti di lavoro che ven-
gono generati). Per quanto concer-
ne le politiche del lavoro in senso
stretto, queste assumono un ruolo
residuale, di tipo “riparatorio”, ri-
spetto all’eventuale “difettoso” fun-
zionamento del MdL (come ad
esempio introducendo sussidi di
disoccupazione o rendendo obbli-
gatoria l’assunzione di determinate
categorie di lavoratori).
Va peraltro sottolineato che non so-
lo la logica “orientata alla doman-
da” induce a pensare la disoccupa-
zione in termini di “masse critiche”,
ma è anche vero il contrario. Cioè
che una disoccupazione “di massa”
implica e richiede, a sua volta, l’ap-
proccio analitico in parola. Infatti, è
indubbio che, in presenza di dimen-
sioni critiche o allarmanti del feno-
meno (quali ad esempio quelle ri-
scontrabili attualmente nell’Italia
meridionale), risulti del tutto sterile
un approccio “sottile” alla disoccu-
pazione, senza una preventiva poli-
tica di allargamento della base oc-
cupazionale, da effettuarsi attraver-
so la somministrazione, in “dosi da
cavallo”, di risorse a sostegno dello
sviluppo [Reyneri 2002]. È indub-
bio pertanto, che la riduzione della
disoccupazione su soglie accettabili
o addirittura fisiologiche, costitui-
TRACCE E PROFILI DI DISOCCUPAZIONE
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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“Salici”, 1950 ca.