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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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questa evoluzione sta “nella com-
patibilità tra i cambiamenti in atto,
la loro celerità e la compatibilità
con l’ambiente socio culturale e i
tempi di metabolizzazione delle
persone e dei servizi 1 .
Sempre di più appare chiaro che il
mandato istituzionale dei servizi
non è solo la cura e la riabilitazio-
ne, ma è anche la rappresentazio-
ne nel territorio di uno dei punti di
mediazione tra
* i servizi e la scuola
* gli adolescenti e gli adulti
* le agenzie educative, i servizi,
le reti territoriali e un progetto
di crescita culturale e formativa
completa
* la popolazione a rischio e le
strutture di controllo
* le famiglie, gli adolescenti, la
scuola in un processo di delega
reciproca che rischia di diven-
tare inutile ed inefficace.
Su queste premesse si colloca il
contributo di questo intervento che
assume e riassume alcuni spunti
teorici di riferimento per alcune
considerazioni che rappresentano
la matrice di alcune proposte di
progetti per il benessere dei giova-
ni a scuola, in famiglia e nella so-
cietà.
Almeno tre i riferimenti teorici
considerati:
* l’
approccio ecosistemico
* l’
approccio educativo
* l’
approccio di rete
La
lettura ecosistemica
del territo-
rio e del lavoro con gli adolescenti
individua cinque sistemi significa-
tivi di socializzazione:
Famiglia
Scuola
Microculture: sport,
discoteche e associazioni
Lavoro
Gruppi informali
Le ricerche confermano che “
perso-
ne
” e “
luoghi
” significativi dell’ado-
lescenza rappresentano altrettanti
nodi”
e “
bivi”
nel percorso di cre-
scita delle persone e negli eventua-
li iter del disagio e della devianza 2 .
La presenza, di adulti significativi e
di proposte di senso permette allora
di dare significato alla relazione
con gli adolescenti proprio in quei
momenti / periodi e luoghi
”, della
ricerca esistenziale, della scelta
comportamentale, del benessere o
del malessere.
L’
approccio educativo
fornisce
chiavi e strumenti di intervento in
un compito di supporto alla cresci-
ta e allo sviluppo valorizzando le ri-
sorse piuttosto che lavorando sui li-
miti dove la funzione centrale è del-
l’adulto, ma come:
* facilitatore del gruppo dei pari
* come elemento di confronto e
conflitto, ma anche di capacità
di sostegno,
* in grado di generare la differen-
za e per questa via la costruzio-
ne dell’identità.
Infine, l’
approccio di rete
che si
contrappone ai percorsi della:
* povertà di riferimenti,
* della multiproblematicità di al-
cune famiglie,
* della cecità di altre,
* della dispersione scolastica,
* della omologazione generazio-
nale,
* della ricerca esasperata del loi-
sir,
* del disagio e della devianza.
Tutti percorsi che spesso corrono
lungo un “continuum” senza solu-
zione di continuità e che evolve in
situazioni sempre più difficili. In
questo percorso dovrebbero inserir-
si quelle reti di supporto integrato
della comunità in cui i servizi, le as-
sociazioni, una figura importante, la
scuola stessa come lo sport o altre
situazioni e risorse, rappresentano
la
rete di protezione.
Da queste riflessioni nasce la pro-
posta che vede insieme e comple-
mentari progetti che coniugano il
lavoro di strada e la presenza nei
Comportamenti tesi a sviluppare e
mantenere condizioni di agio, di sa-
lute fisica e psicologica, di buone
relazionalità.
In questo contesto i servizi hanno
modificato vecchi stili dell’interven-
to nell’area della prevenzione e
hanno costruito e sperimentato un
diverso approccio, delle metodolo-
gie di lavoro inedite, delle collabo-
razioni di rete e di sinergia nuove
nella dinamica dei servizi sanitari.
Negli anni ’90 inoltre, si è profon-
damente modificato anche il qua-
dro di riferimento sociale, le valen-
ze culturali, sociali e personali del
target di riferimento dei servizi per
le dipendenze. Inoltre il fenomeno
dei modelli di consumo, degli stili
di assunzione e la tipologia delle di-
verse sostanze usate hanno subito
grandi trasformazioni, impegnando
i servizi e gli operatori in un conti-
nuo ripensamento, sperimentazione
e valutazione delle diverse aree
dell‘intervento:
* sulla filosofia e gli scopi dei di-
partimenti delle dipendenze
* nello studio epidemiologico
delle diverse caratteristiche del
fenomeno
* nella continua ricerca epistemo-
logica
* nell’investimento tecnico pro-
fessionale
* nell’individuazione di politiche
e procedure di senso
* nella definizione e realizzazio-
ne di nuove, diverse progettua-
lità
* nella mediazione e nella siner-
gia con diverse agenzie ed inter-
locutori soprattutto per quel che
riguarda l’area della promozio-
ne della salute, di stili di vita po-
sitivi, di una corretta informa-
zione e sensibilizzazione.
In questa doppia cornice appaiono
sempre più fluidi, aperti e ridefinibi-
li gli spazi e gli obbiettivi delle pro-
gettualità, sempre più dinamici ed
interattivi nel territorio, in stretta
collaborazione con gli altri servizi,
gli enti e le agenzie educative, la
scuola innanzi tutto, le cooperative
dell’impresa sociale del settore edu-
cativo e riabilitativo, le reti degli
operatori grezzi, le strutture e le as-
sociazioni che a diverso titolo ope-
rano nel territorio.
Il dubbio e la difficoltà nell’ottica di
1 Kaneklin (2001) Lavorare con i
gruppi. SPUNTI Semestrale per la ri-
cerca e l’azione nelle organizzazioni
2 Buscema (1986) Prevenzione e
dissuasione. Ed. Gruppo Abele
1...,77,78,79,80,81,82,83,84,85,86 88,89,90,91,92,93,94,95,96,97,...104
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