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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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mente sanitario ed ambiente di vi-
ta sia nella loro genesi sia nella lo-
ro “ terapia “. Questa è in generale
la condizione dei bambini/adole-
scenti affetti da malattie rare, da
malattie cronico invalidanti, di
quelli che vivono in famiglie multi-
problematiche o in famiglie con di-
sagio psico-sociale, di quelli sog-
getti ad abuso, di quelli con pro-
blemi psicologici o psichiatrici.I
problemi che si incontrano nella
tutela dei diritti di questi bambi-
ni/adolescenti sono in parte comu-
ni per le diverse tipologie in parte
specifici per ciascuna di esse.
I problemi comuni sono:
• la maggior parte dei casi è co-
nosciuta da servizi diversi e
spesso "presa in carico" dagli
stessi in modo frammentato,
non coordinato;
• la mancata integrazione tra
servizi sanitari e socio-sanitari
e servizi educativi ed aggrega-
tivi.
Tutto ciò fa si che si ponga atten-
zione al singolo aspetto della ma-
lattia ma poco ci si occupi della
vita di relazione del bambino e
della sua famiglia. Il rapporto tra i
diversi servizi spesso finisce per
costituire una catena di "segnala-
zioni" reciproche senza che si at-
tivi un progetto comune.
A fronte di questo quadro si pone
l'obiettivo di una nuova modalità
di intervento da parte dei servizi
che, pur nella specificità richiesta
dalle diverse tipologie di bisogno,
sperimentino nuove metodologie
di integrazione multidisciplinare
e multisettoriale.
La "Conferenza sul caso" (o Unità
di Valutazione Distrettuale) rap-
presenta una possibile risposta a
tali necessità e consiste nel riuni-
re in tempi brevi tutti i professio-
nisti o le persone comunque inte-
ressate al fine di definire e condi-
videre una valutazione relativa a
quel nucleo familiare ed un pro-
getto assistenziale integrato, ga-
rantire un rapporto tra Centri Spe-
cialistici, Servizi Sociosanitari
Territoriali, Pediatri di Libera
Scelta, Scuola ed extrascuola,
identificare un responsabile del
caso, promuovere la partecipa-
zione delle associazioni di fami-
glia.
I BISOGNI “DIFFUSI”
LA PROMOZIONE DELL’AGIO
D'altra parte:
• è certo indispensabile una
particolare attenzione ai biso-
gni speciali dei soggetti in for-
mazione; ma non si può e non
si deve focalizzare tutta l'at-
tenzione sul patologico, tra-
scurando la normalità anche
perché solo l'attenzione alla
normalità promuove il benes-
sere e assicura un'efficace
azione di prevenzione sul pa-
tologico; le politiche per l’età
evolutiva non possono essere
solo le politiche dell'emergen-
za dell'assistenza e della pro-
tezione;
• si tratta dunque di predisporre
condizioni per consentire che,
per tutti, il complesso percor-
so di crescita non sia ostacola-
to ma facilitato, che l'identità
originale sia rispettata e valo-
rizzata; che gli apporti siano
positivi e strutturati; il che im-
plica costruire una COMUNI-
TA' che nel suo complesso sia
veramente EDUCANTE.
E' con questo spirito che l'Azien-
da, ha partecipato al processo
programmatorio del I e II Piano ex
L.285/97.
IL PATTO EDUCATIVO che sta al-
la base dell'applicazione della L.
285/97 e delle nuove norme del-
l'area scolastica, IL PATTO PER
LA SALUTE che sta alla base del
Piano Sanitario 1998/2000 ed il
PATTO PER IL BENESSERE SO-
CIALE che sta alla base della L.
328/2000 di riforma dei servizi
sociali, devono essere visti stret-
tamente connessi per molti aspet-
ti ed in particolare per i seguenti
motivi:
• per i soggetti in età evolutiva
sappiamo che in modo parti-
colare educazione e salute si
connettono strettamente, be-
nessere fisico e psichico sono
strettamente legati; sappiamo
che
l'ambiente di vita
in cui il
soggetto in età evolutiva è im-
merso contribuisce in misura
tutt'altro che irrilevante, alla
costituzione positiva o negati-
va dell'identità individuale:
come
ambiente sociale
che
sviluppa relazioni interperso-
nali più o meno positive e gra-
tificanti e stimola lo sviluppo
delle personalità se è attento,
presente nel processo di cre-
scita;
come
ambiente materiale
che
può essere più o meno salubre
non solo attraverso l’elimina-
zione dei fattori inquinanti
ma, soprattutto, attraverso un
uso dello stesso a misura di
bambino/ragazzo e quindi SI-
CURO nel vissuto e piena-
mente FRUIBILE da parte degli
stessi.
Ambiente sano, quindi, non solo
come non nocivo allo sviluppo fi-
sico ma anche come educativo
nel suo complesso in quanto vuo-
le avere effetti positivi sui proces-
si formativi del soggetto in età
evolutiva.
Tradurre in scelte programmati-
che, organizzative ed operative,
la consapevolezza che mentre
spetta al sistema dei servizi valu-
tare bisogni, programmare ed or-
ganizzare servizi di natura spe-
cialistica che affrontino e trattino
i casi e le situazioni di rischio
specifico, nell'ambito della pre-
venzione e della promozione vi è
la necessità di un approccio inte-
grato, capace di promuovere be-
nessere ,di promuovere “ambienti
sani”.
In tale contesto la scuola si con-
nota sempre più come luogo fon-
damentale non solo di istruzione,
ma anche di promozione del be-
nessere dell'infanzia e dell'adole-
scenza.
La "lettura" della realtà sociale
oggi è cosa complessa, ma le
scuole sono indubbiamente un
osservatorio privilegiato, un pre-
zioso luogo di lettura del sociale.
Le scuole sono, per eccellenza,
luogo di incontro, di scambio, di
relazione tra bambini, ragazzi,
giovani appartenenti alle più di-
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