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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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no splendidi quindi possiamo inte-
grarli nella danza”.
(Mary)
La possibilità di aiutare gli studenti
a creare nuove narrazioni è un’al-
tra grossa sfida per gli insegnanti.
Quindi se qualcuno si è sempre
guardato o visto come uno studen-
te mediocre, con una lunga lista di
risultati negativi o mediocri, dargli
la possibilità di creare nuove narra-
zioni, di trovare una nuova narra-
zione per sé, rappresenta una sfida
per l’insegnante e un modo di dare
una nuova boccata di ossigeno a
studenti che altrimenti nemmeno
cercherebbero di uscire dalla loro
nicchia di mediocrità. L’ho visto
accadere anche con i nostri figli,
non solo nelle nostre classi.
Ho creato dei progetti speciali cer-
cando di cambiare la narrazione di
studenti che pensavano di non
uscire dalla loro situazione di me-
diocrità.
(Ken)
La tradizione che abbiamo eredita-
to dice che noi abbiamo la cono-
scenza e che gli studenti devono
misurarsi con i nostri standard, che
non sono i loro standard e che di
solito non interessano, ma devono
confrontarsi. Per cui sono sotto mi-
naccia, noi li minacciamo: “Dove-
te diventare come noi, dovete la-
sciare la scuola e assomigliarci,
parlare come noi, apparire come
noi”, in un certo senso noi siamo i
modelli.
Ma come possiamo discreditare
tutte le relazioni da cui esce lo stu-
dente? Ciò semplicemente diventa
irrilevante, senza senso.
Il problema per me è stato trovare
altri standard di valutazione, pensa-
re in termini di molteplicità, altri
modi in cui uno studente possa es-
sere valutato ed estendere questa
valutazione al passato, non è facile.
Ho avuto studenti che negli anni
passati hanno presentato progetti
artistici o saggi o costruzioni o
presentazioni rap e ognuno era
molto diverso e per me non ci so-
no criteri validi per poterli valuta-
re lungo un'unica dimensione.
Quindi mi sono sempre domanda-
to perché dobbiamo valutare sem-
pre solo su un’unica dimensione?
Ma la stessa idea di curva normale
è un problema.
(Mary)
Penso che valutare le persone
guardando o permettendogli di
usare modi diversi (performances)
di esprimersi rientra benissimo nel
quadro culturale, nell’approccio
che Masoni aveva descritto. Fare in
modo che le persone facciano le
cose insieme, in gruppo e presenti-
no i risultati, piuttosto che siano gli
insegnanti a dare i voti attraverso
numeri o lettere, perché le reazio-
ni del pubblico di ascoltatori di-
ventano parte del risultato.
Ad esempio nelle classi di inglese
si fanno dei lavori sulla poesia: si
scrivono poesie, si leggono al pub-
blico e se il pubblico sospira, ride
o piange, al momento giusto, si ha
un feddback che è una sorta di va-
lutazione.
(Ken)
Spesso siamo stati abituati a dire
alle persone che cosa non va in lo-
ro, riconsegniamo i compiti in
classe con le croci, che indicano
gli errori. Ma che tipo di motiva-
zione crea per l’apprendimento
tutto ciò? Passiamo molto tempo
insieme cercando di pensare a mo-
di di utilizzare il linguaggio per
trarne il positivo, per creare le co-
se positive che succedono, perché
il linguaggio crea una realtà in cui
il bambino vive la sua vita o in cui
piacerebbe viverla.
Penso che se vi domandassi di pas-
sare due minuti a pensare a mo-
menti della vostra vita, ad alcune
delle migliori esperienze educative
che avete avuto o al giorno che
avete pensato “è stato davvero un
bellissimo semestre, una giornata
unica!”, è possibile che in almeno
un paio di questi casi l’insegnante
vi abbia valutato positivamente e
abbia trovato molto interessante
qualcosa che avete fatto: “Molto
buono”, “Davvero insolito”, “Non
ci ho mai pensato”, “Dimmi anco-
ra qualcosa”. E all’improvviso vi
siete sentiti vivi.
Pensiamo quindi a come trovare il
modo di evidenziare il positivo af-
finché possa fiorire piuttosto che
evidenziare il negativo che denigra
o crea dei cloni.
(Mary)
Mi sento di essere un po’ troppo
egocentrica, e mi piacerebbe im-
maginare che tutti voi stiate pen-
sando a come insegnate, al modo
di condurre le vostre lezioni, alle
vostre esperienze in classe, a tutta
una serie di cose come queste. E
penso che dovreste condividere
queste cose l’un, l’altro. A noi pia-
cerebbe ascoltarvi.
La collaborazione tra di voi serve
per darvi l’opportunità di condivi-
dere il potere, la forza delle vostre
performances in classe.
Credo che sarebbe un’opportunità
molto importante.
Una tra le importanti “disposizioni
mentali” (mind sets) per occuparsi
di questioni riguardanti l’educazio-
ne, la politica, ecc. è cercare la vo-
stra forza, cioè ciò che ha già fun-
zionato.
I bambini possono godere di stare
nelle vostre classi, e penso che la
collaborazione tra i servizi sociali,
i tutor, i vostri amministratori, i ge-
nitori, ecc., sia una forza. Sono po-
teri che condividete e mentre so-
vrapponete tutti i vostri discorsi
sulle diverse possibilità trovate mo-
di di stare insieme e ciò potrebbe
contribuire ad aumentare il vostro
interesse reciproco e insieme po-
treste creare i tipi di esperienza
nelle classi che potrebbero andare
bene per tutti i partecipanti.
Uno dei segreti dell’educazione,
che spesso mi piace condividere
con i miei studenti è che scoprire
le cose e apprendere le cose e ave-
re modi nuovi di conoscersi nelle
relazioni è un piacere profondo.
Come insegnante, potrei dire che
siamo i “responsabili” i “veicolato-
ri” di questo piacere e che gli stu-
denti nemmeno sospettano quale
sia il piacere di apprendere.
(Ken)
Questa mi sembra una bellissima
chiusura, penso che vi abbiamo
preso tempo a sufficienza e voglio
ringraziare molto per averci aiutato
a trovare un senso qui oggi.
LIONS QUEST
PROGETTO ADOLESCENZA
(Poichè il relatore al Convegno,
Giacomo Pratissoli, per ragioni di
tempo, non ha potuto sviluppare