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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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quella che viene ancora definita
catena assistenzialistica.
Penso inoltre che tutto ciò possa
ben inserirsi nello spirito fortemen-
te volto alla prevenzione proprio
della 285/97 nonché trovare coe-
renza con le affermazioni del prof.
Sabino Acquaviva relative alla ne-
cessità di individuare nuovi stru-
menti di intervento (e l’affidamento
è allo stesso tempo nuovo ed anti-
co) per i problemi emergenti dalla
veloce modificazione del tessuto
familiare avvenuto negli ultimi de-
cenni.
Isabella D’Eliso
Coordinatore Servizi Sociali ASS n. 3
Alto Friuli
I rapidissimi cambiamenti econo-
mici, sociali, culturali che hanno
investito la nostra società eviden-
ziano profondi cambiamenti di
carattere strutturale, ma anche
cambiamenti nella organizzazio-
ne familiare, nei rapporti di cop-
pia, all'interno delle reti familiari,
nella mentalità, negli stili di vita
delle persone, nei bisogni di salu-
te.
Siamo dunque in presenza di una
diversificazione delle esigenze
delle persone e delle famiglie, in
continua trasformazione ed evo-
luzione. Sul fronte dei
bisogni so-
ciali
il trend è in impetuosa cre-
scita sia dal punto di vista quanti-
tativo che qualitativo: vecchie e
nuove contraddizioni sociali (po-
vertà, fenomeni di dipendenza, di
emarginazione, di esclusione) ri-
chiedono risposte ed interventi
sempre più personalizzati mentre,
contemporaneamente, si estendo-
no i bisogni potenziali legati al-
l'evoluzione della domanda di
benessere.
Nella società di oggi, a differenza
che nel passato, infatti, se si
escludono le situazioni di povertà
estrema, non si può più dividere
la popolazione tra una maggio-
ranza di persone "normali" ed una
minoranza di persone che versa-
no in situazioni di difficoltà e che
possono essere identificabili in
precise categorie. Oggi la vita
delle persone è meno lineare e
prevedibile. L'esposizione al ri-
schio di povertà, di esclusione so-
ciale, di grave disagio può coin-
volgere anche persone che hanno
una vita normale ma che si trova-
no improvvisamente in passaggi
difficili della propria biografia
(storie di separazione, storie di
emarginazione dal lavoro, storie
di povertà relazionali e di solitu-
dine, storie di disorientamento
giovanile).
Sul fronte dei
Servizi Sanitari
ne-
gli ultimi decenni molte delle cer-
tezze acquisite sono venute me-
no, messe in crisi da nuovi ele-
menti: l'apparire di nuove malat-
tie e mortalità (ad esempio la di-
minuzione delle malattie infettive
e comunque acute ed il parallelo
incremento progressivo delle pa-
tologie cronico-degenerative),
l'aumento delle persone portatrici
di handicap psicofisico di varia
natura (connesso al perfeziona-
mento delle tecnologie), il dilaga-
re di nuove patologie sociali (di-
pendenze di vario tipo, malattie
da isolamento, malesseri psicolo-
gici e mentali, suicidi, AIDS, ecc.)
la constatazione che i progressi
della scienza medica non risolvo-
no la malattia, la presenza di dif-
ferenze sociali anche di fronte al-
la salute, la consapevolezza che
il rapporto con l'ambiente non
può essere caratterizzato solo da
sfruttamento delle risorse.
Di fronte a tutto ciò, Servizi So-
ciali e Sistema Sanitario hanno ri-
cercato e stanno ricercando altri
quadri di riferimento entro cui
collocare i concetti
di promozio-
ne e protezione sociale e di pro-
mozione e tutela della salute
, al
fine di:
SUL FRONTE SOCIALE
• abolire interventi settoriali e
meramente riparatori;
• promuovere condizioni gene-
rali di sviluppo della persona
ed interventi complessivi sulla
famiglia;
• passare dalle politiche dei di-
ritti formali alle politiche delle
alleanze e delle mediazioni in
contesti comunitari locali per
consentire l'esercizio dei dirit-
ti soggettivi;
• attivare percorsi di autore-
sponsabilizzazione.
SUL FRONTE SANITARIO
• superare l'ottica della medici-
na concentrata su frammenti
del corpo sempre più piccoli,
con l'evidente rischio di per-
dere di vista le persone;
• superare l'ottica esclusiva-
mente riparativa che porta alla
diffusione incontrollata di pre-
stazioni e servizi dall'uso in-
tensivo della tecnologia medi-
ca;
• attivare percorsi partecipati e
concertati di promozione del-
la salute.
L'obiettivo è dunque duplice:
• migliorare la qualità della vita
di tutti e prevenire il disagio,
• contrastare la povertà, aiutare
chi soffre ed è in difficoltà.
Vediamo ora quali implicazioni
ha quanto sin qui esposto sul
fronte delle politiche e degli in-
terventi in favore dei minori.
I BISOGNI “SPECIALI”
LA PREVENZIONE DEL DISAGIO
Se l'Italia ha ben poco da rimpro-
verarsi relativamente alla salute
organica dei suoi bambini e ado-
lescenti, ben diversa è invece la
situazione riguardante il benesse-
re psico-affettivo dei soggetti in
età evolutiva. I dati relativi alla
scolarizzazione e all'abbandono
scolastico, quelli relativi ai bam-
bini abusati e vittime di violenza,
quelli relativi ai bambini privati di
un adeguato ambiente di vita ci
mostrano, infatti, l'altra parte del-
la medaglia.
Il decremento dell'incidenza del-
la gravità di alcune classiche pa-
tologie dell'infanzia (malattie in-
fettive, patologie gastroenterica)
ha fatto infatti emergere “ patolo-
gie” che nuove non sono ma che
risultano assumere sempre mag-
gior rilevanza relativa anche sotto
il profilo della organizzazione ed
integrazione dei servizi.
Quello che caratterizza tali "biso-
gni speciali" è la complessità; vi è
infatti, in tali situazioni, un signifi-
cativo intreccio tra aspetto stretta-