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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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problemi di salute indipenden-
temente da età, sesso, o da qual-
siasi altra caratteristica della
persona interessata.
2. Fa
uso efficiente delle risorse
sanitarie
attraverso il coordina-
mento dell’assistenza, collabo-
rando con altri professionisti nel
contesto delle cure primarie, e
gestendo l’interfaccia con le al-
tre specializzazioni patrocinan-
do la causa del paziente quando
necessario.
4. Sviluppa un
approccio centrato
sulla persona
, orientato all’indi-
viduo, alla sua famiglia e alla
sua comunità.
5. Ha un processo di consultazio-
ne unico, il quale stabilisce una
relazione che si sviluppa nel
tempo, attraverso una
comuni-
cazione efficace tra medico e
paziente.
6. E’ responsabile dell’erogazione
della
continuità longitudinale
delle cure
, determinate dalle
necessità del paziente.
7. Ha uno specifico processo deci-
sionale, determinato dalla pre-
valenza e dall’incidenza della
malattia nella comunità.
8. Gestisce simultaneamente pro-
blemi di salute acuti e cronici
dei singoli pazienti.
9. Gestisce malattie che si presen-
tano in modo indifferenziato ad
uno stadio precoce di sviluppo,
le quali possono richiedere un
intervento urgente.
10. Promuove la salute e il benesse-
re mediante interventi sia appro-
priati sia efficaci.
11. Ha una specifica responsabilità
per la salute della comunità.
Le aree di implementazione della
medicina generali sono le seguenti:
A. COMPITI CLINICI:
abilità nel gestire un’ampia gam-
ma di disturbi, problemi e malat-
tie così come si presentano;
gestire il trattamento anche a
lungo termine e il follow-up;
bilanciare l’evidenza scientifica
e l’esperienza in modo efficace.
B. COMUNICAZIONE CON I
PAZIENTI:
abilità di strutturare la consulta-
zione;
IL CENTRO REGIONALE
DI FORMAZIONE PER
L’AREA DELLA MEDICINA
GENERALE DELLA
REGIONE AUTONOMA
FRIULI-VENEZIA GIULIA
Romano Paduano
Medico di Medicina Generale
Direttore Scientifico del Centro
Il Centro Regionale di Formazione
per l’area della Medicina Generale,
ai sensi di quanto previsto dalla
DGR n.25 del 10 gennaio 2001è
“uno strumento operativo della Re-
gione per un miglioramento conti-
nuo delle conoscenze scientifiche e
delle competenze di ciascun medi-
co di medicina generale e pediatra
di libera scelta nell'interesse della
salute dei cittadini” Per l’attuazione
dei predetti interventi esso opera
“quale struttura operativa di riferi-
mento della Direzione Regionale
della Sanità e delle Politiche Socia-
li”. Ha sede presso l’ospedale S.Po-
lo di Monfalcone.
Svolge istituzionalmente i seguenti
compiti:
· la formazione permanente dei me-
dici di medicina generale secondo
quanto previsto dagli AA.CC.NN.
· l’organizzazione dei corsi bienna-
li di formazione specifica in medici-
na generale necessari per l’esercizio
dell’attività di medico di medicina
generale nell’ambito del Servizio
Sanitario Nazionale;
· tutte quelle iniziative complemen-
tari che possono sviluppare le poten-
zialità della medicina generale e del-
la pediatria di libera scelta al fine di
aumentare l’efficacia e l’efficienza
del Servizio Sanitario Regionale.
Nell’impostazione della propria at-
tività didattica il Centro si ispira ai
principi definiti dal Consensus Sta-
tement 2002 della Società Europea
di Medicina Generale/Medicina di
Famiglia (WONCA EUROPE) che
definisce le seguenti caratteristiche
della disciplina di Medicina Gene-
rale/ di Famiglia:
1. E’ normalmente il
punto di pri-
mo contatto medico
nell’ambi-
to del sistema sanitario, che for-
nisce accesso aperto e illimitato
ai suoi utenti, trattando tutti i
fornire informazioni facilmente
comprensibili e spiegare i per-
corsi e i reperti clinici;
comprendere e gestire adegua-
tamente differenti emozioni.
C. GESTIONE DELL’ATTIVITÀ
PROFESSIONALE:
fornire un’appropriata accessibi-
lità e disponibilità ai pazienti;
organizzare, gestire in modo ef-
ficace le risorse umane e finan-
ziarie dello studio medico e col-
laborare con i team delle varie
figure professionali;
cooperare con altre figure pro-
fessionali coinvolte nelle cure
primarie e con altri specialisti.
EVITARE LE SPINE
O COLTIVARE LE ROSE
PREVENZIONE
O PROMOZIONE?
Marina Barbo
Dipartimento
per le Tossicodipendenze ed
Alcoologia A.S.S. 4 Medio Friuli
Negli ultimi vent’anni il concetto di
prevenzione ha interpretato una so-
stanziale evoluzione, trasformando-
si da un obsoleto principio di pre-
venire al più moderno concetto di
promuovere.
Il principio di “prevenire”, assume
un carattere prevalentemente sani-
tario, ha il significato di precedere,
anticipare, evitare la malattia o ri-
durre i rischi.
Il concetto di promozione della sa-
lute, e la sua accezione più ampia,
di promozione del benessere, come
inteso anche dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità, assume una
valenza propositiva, di costruzione
delle condizioni e delle scelte che
favoriscono la crescita, il benessere
e l’agio.
Il principio del “promuovere” indi-
ca un andare verso, dare impulso,
favorire la consapevolezza e l’ac-
quisizione di situazioni del ben-es-
sere, significa costruire una cultura
di responsabilità, di scelta e di auto-
determinazione dei propri compor-
tamenti, nei singoli e nei gruppi.
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