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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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degli studenti, abbiamo in atto del-
le azioni proprio tendenti a favorire
il benessere nel mondo della scuo-
la. Un benessere che non sia gene-
rico, uno star bene passivo, ma rea-
le e fatto d’impegno. Io non credo
che un eccesso di tutoraggio, che è
presente in tutti i momenti della vi-
ta dei ragazzi sia la cosa migliore,
alle volte è una forma di clorofor-
mizzazione dei nostri giovani; pen-
so che il vero motore sia invece
quello di fare in modo che ciascu-
no sviluppi la propria autonomia,
diventando protagonista nei diversi
momenti della vita per quelle com-
petenze e per quelle possibilità che
è in grado di avere e anche con la
responsabilità che ognuno può e
deve accettare. Credo che la scuo-
la debba modificarsi in questo sen-
so: non deve essere una semplice
trasmettitrice di cultura ma deve di-
ventare un laboratorio nel rispetto
dei ruoli e delle competenze di cia-
scuno, ma soprattutto luogo di dia-
logo fra le diverse componenti del-
la scuola che sono: in primis gli stu-
denti, le famiglie, ecc. Deve dialo-
gare anche con l’esterno che è il
mondo del lavoro, per i ragazzi del-
le superiori, con il mondo delle as-
sociazioni e delle istituzioni e quin-
di ben vengano queste iniziative di
sinergia tra le istituzioni e il mondo
della scuola. In questi giorni sarà il
mondo della scuola a parlare, a di-
ventare protagonista dell’incontro e
gli studenti, i genitori e i docenti sa-
ranno chiamati a raccontare le pro-
prie esperienze, a fare le proprie
proposte, perché la sperimentazio-
ne che sarà avviata nel prossimo
anno, tenga conto delle numerosis-
sime esperienze che abbiamo già
sul territorio e che forse sono poco
pubblicizzate, in modo che siano
messe in rete e che siano sostenute.
E’ necessario che sia valorizzato
quel grande patrimonio di compe-
tenze e di conoscenze che sono
dentro la nostra scuola friulana,
spesso e volentieri tenute nascoste
con timidezza, oppure con egoi-
smo; invece dobbiamo abituarci a
questo scambio e a questa collabo-
razione. Se in questo momento cer-
te cose sembrano impossibili, poi-
ché si tende a ripetere o a fare quel-
lo che viene emanato dalle diverse
circolari, bisogna fare in modo che
dell’interazione tra le diverse istitu-
zioni, per far fronte alle problema-
tiche della scuola e della formazio-
ne. Parlare di benessere, di star be-
ne a scuola, di prevenzione del di-
sagio, alle volte è ritenuto un po-
chino superfluo; sul disagio, a vol-
te, è stato detto che non esiste e la
tutrice dei minori ha fatto un qua-
dro preoccupante, sotto certi aspet-
ti, e ha parlato di una forma di di-
sagio che è chiaro e che ha un’og-
gettività evidente nelle cause che lo
determinano. A mio avviso ci sono
altre forme di disagio che sono più
subdole e meno visibili, forse è un
disagio che non è neanche percepi-
to come tale da noi stessi, dai ra-
gazzi. Ho pensato che esistono due
forme di disagio: uno che è un di-
sagio soggettivo, un disagio perce-
pito dal soggetto e uno che è per-
cepito dagli altri. Mi è venuto in
mente l’episodio di Jan Palach du-
rante l’invasione sovietica di Praga.
Palach che si diede fuoco trasfor-
mandosi in una torcia umana in
piazza, non soffriva, però la società
soffriva tutta. Ho l’impressione che
a volte questo succeda anche nella
nostra società, che esista un disagio
manifesto, vissuto dal soggetto e un
altro disagio vissuto dagli altri e
quello che può riguardare il settore
scolastico, il cosiddetto abbandono
scolastico, l’abulia, la passività, il
non aver voglia di fare, che i ragaz-
zi giustificano dicendo “non mi
piace“; si dice che i ragazzi sono
viziati, che non hanno interessi,
che stanno troppo bene e qui io
metterei un punto di domanda: che
non siano delle forme subdole di
protesta, di segnalazione a cui dob-
biamo far fronte perché nessuno
deve essere escluso dalla felicità e,
per quello che riguarda il mondo
scolastico, direi che nessuno deve
essere escluso dal successo forma-
tivo. Se andiamo a vedere quanta
parte della nostra gioventù è carat-
terizzata dal fenomeno della di-
spersione scolastica, che non è so-
lo abbandono, ma anche una non
maturazione di tutte le potenzialità
che sono presenti in ciascun indivi-
duo, forse quelle strategie che il
dott. Masoni e tanti operatori della
nostra scuola stanno sperimentan-
do e portando avanti meritano l’im-
pegno di tutti. Noi, come Consulta
la società attuale, infatti, deriva
proprio dall’incapacità di relazio-
narsi agli altri, problema che, an-
cora una volta, inizia in famiglia
con quei silenzi coperti dalla tele-
visione, dagli auricolari, dal com-
puter, dai videogiochi, lontani dal
mondo reale delle emozioni e del-
lo “stare insieme”. Per arricchire la
vita di un bambino, per migliorar-
la, servono le emozioni che deri-
vano dal contatto con gli altri, dal-
la condivisione e dalla discussione
che permetteranno al ragazzo di
acquisire il senso critico necessa-
rio per combattere stereotipi, evi-
tare di diventare soggetti passivi e
influenzabili e, nello stesso tempo,
rafforzare la propria identità.
Concludo accennando agli altri
temi di discussione proposti ai
giovani come protagonisti
: dal-
l’affettività alla sessualità ai tempi
dell’AIDS, per parlare ancora di
stili di vita, di emozioni, di affetti-
vità per arrivare ad una sessualità
consapevole, senza rischi. Gli ul-
timi due progetti sono legati al
rafforzamento dell’identità, che si
forma prima in famiglia e poi nel-
la scuola, dove con l’aiuto degli
insegnanti, il loro apporto storico
e culturale, l’opportunità di con-
fronto con i pari ed il rispetto del-
le regole permetteranno al ragaz-
zo di diventare quell’uomo che
avrà consapevolezza e rispetto di
se stesso e degli altri, libero di ef-
fettuare scelte responsabili per il
suo percorso di vita e contempo-
raneamente partecipare alla co-
struzione di un futuro migliore,
assieme a tutta la comunità inter-
nazionale.
NESSUNO
DEVE ESSERE ESCLUSO
DAL SUCCESSO
FORMATIVO
Dino Del Ponte
Sovrintendenza Scolastica regionale
Questa iniziativa ha trovato favore-
vole consenso presso la Direzione
scolastica proprio perché coscienti
della fondamentale importanza