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ma sperimentale nella regione Friu-
li V.G. (caso emblematico il proget-
to di
alternanza scuola-lavoro
di Car-
nia Leader, ora EuroLeader, di Tol-
mezzo) e in altri contesti nazionali
dove però, le iniziative sono state
originate per lo più dalla necessità
di affrontare frequenti forme di
de-
vianza
sociale.
Limitando però le nostre attenzioni
alle sole blande manifestazioni del
disagio formativo, emerge che le
difficoltà di chi impara in situazioni
scolastiche convenzionali sembrano
determinate dalla sostanziale diver-
sità tra le competenze che si svilup-
pano nelle situazioni operative ef-
fettive (percepite spesso dagli ado-
lescenti solo come realtà virtuali), e
quelle reali che si sviluppano nei
contesti scolastici e formativi basati
sul modello della trasmissione in
aula delle conoscenze. In tali conte-
sti il beneficiario delle offerte didat-
tiche paradossalmente ha avuto la
possibilità di formare il suo disagio,
e, quasi in ordine cronologico, ha
avuto la possibilità di provare/sen-
tire/subire lungo il proprio percor-
so formativo, dall’infanzia, alla
scuola superiore, il peso/l’impor-
tanza:
a) della didattica presumibilmente
contestualizzata;
b) poi le potenzialità che caratte-
rizzano le attività integrative;
c) quindi il privilegio delle attività
laboratoriali;
d) nonché le promesse delle cosid-
dette aree progetto che, verosi-
milmente, dovrebbero consenti-
re all’utente di realizzare/per-
venire ad
un prodotto specifico
.
Siamo consapevoli che quanto affer-
mato non è una novità, dato che da
tempo alcuni settori della tecnologia
educativa, si stanno misurando per
fornire risposte a questi problemi
che hanno incominciato a manife-
starsi in modo sempre più evidente.
Infatti una delle ipotesi più interes-
santi, sulla inefficacia della scuola,
consente di mettere in evidenza
quanto proprio la permanenza dei
soggetti in differenti situazioni di
apprendimento convenzionali, con-
corra a favorire la nascita del disa-
gio: a scuola si imparano nozioni
astratte, sovente avulse da contesti
operativi e relazionali; si impara co-
me sbrigarsela coi test. A lungo an-
dare il processo di separazione si è
consolidato in una forma speciale di
organizzazione dell’istruzione basa-
ta su manuali, eserciziari, vocabola-
ri, interrogazioni, test, compiti, voti
che è universalmente considerata
l’unico modo per trasmettere/ac-
quisire conoscenze.
Si è in qualche modo così sancita ul-
teriormente la separazione tra un
sapere teorico di tipo scolastico e un
sapere pratico caratteristico di chi
fa un lavoro manuale.
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Orientamento e società
Pier Paolo Pasolini,
San Sebastiano,
inchiostro su carta, 1943
1...,28,29,30,31,32,33,34,35,36,37 39,40,41,42,43,44,45,46,47,48,...104
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