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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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UN PROGETTO FORMATIVO
DI ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
L’AZIENDA ARTIGIANA, UN PARTNER QUALIFICATO
Sergio Simeoni
PREMESSA
Da anni il mondo dell’impresa e il
sistema dell’istruzione si rinviano
le responsabilità del difficile raccor-
do tra le competenze necessarie per
svolgere un compito professionale
all’interno delle aziende e le prati-
che, nonché le finalità didattiche
messe in atto dalle agenzie formati-
ve. Che tra i due insiemi esistano
delle reali difficoltà di comunica-
zione lo sta a dimostrare l’assenza,
anche a livello locale, di un pur
semplice protocollo di intesa, con il
quale stabilire e valutare periodica-
mente le necessità ed i desiderata di
entrambi, e quindi poi concordare i
conseguenti piani operativi: quali
profili formare; quale duttilità pro-
fessionale perseguire; quali le cono-
scenze specifiche ritenute strategi-
che ai fine del successo professiona-
le delle giovani leve; ecc.
Si badi bene che si tratta di ri-assu-
mere uno stile di lavoro (informale)
che, con tutti i limiti a suo tempo
denunciati, ha comunque dato buo-
ni risultati nei decenni passati, e che
ora se ri–modellato nelle sue fina-
lità alle condizioni strutturali attua-
li, potrà prefigurare occasioni per
un qualificato raccordo tra i due si-
stemi, assicurando almeno i se-
guenti aspetti: maggiore corrispon-
denza tra necessità delle imprese e
abilità e conoscenze acquisite dalle
giovani leve nel ciclo della loro for-
mazione; appropriate occasioni di
promozione dell’occupazione dei
soggetti in uscita dal sistema della
formazione; opportunità per le gio-
vani leve di formare un apparato di
conoscenze allo scopo di affinare le
proprie capacità di orientamento
sia nel mercato del lavoro, come
nell’ampio mercato delle opportu-
nità formative proposte, ad esem-
pio, dalle agenzie attive nel seg-
mento del post obbligo.
Ad assicurare la fattibilità e il suc-
cesso alle possibili iniziative finaliz-
zate a migliorare il raccordo di cui
sopra, da tempo esiste un ricco ed
articolato apparato normativo na-
zionale come a scala regionale, ed
infatti in Friuli-Venezia Giulia è sta-
to possibile realizzare un tanto, pri-
vilegiando il raccordo con il sistema
delle imprese artigiane.
Per motivare quanto oggi sia ap-
propriato predisporre un progetto
di formazione professionale da
spendere anche nelle imprese arti-
giane, è sufficiente valutare, con at-
tenzione e severi criteri oggettivi, le
particolarità presenti in questo tar-
get del sistema economico locale.
Infatti le imprese artigiane anche
quelle micro, nelle comunità locali
assumono, oltre ad una funzione
economica, anche un ruolo sociale
nella misura in cui
appartengono alla
comunità e alla stessa assicurano visi-
bilità
.
Oltre ad assumere, eventualmente,
una sorta di responsabilità sociale
finalizzata, tra le altre, a migliorare
la qualità dell’occupazione delle
giovani leve, le imprese artigiane
possono risultare positivi paradig-
mi di carriere professionali sovente
evolutesi con successo. Sono micro
contesti organizzativi in cui è evi-
dente la condivisione, tra le risorse
umane impiegate, delle conoscenze
tecniche; è una piccola
comunità di
pratiche
segnata da ruoli sociali dut-
tili e non consolidati.
Sono un contesto di lavoro dove è
probabilmente più facile organizza-
re con successo un progetto di alter-
nanza scuola-lavoro finalizzato a
far conoscere agli allievi l’impor-
tanza che assume, nel divenire del-
la carriera professionale, il mix tra il
sapere teorico (comunemente asso-
ciato solo alle strutture scolastiche),
ed il sapere pratico. Infatti nei labo-
ratori artigiani (o per altri nelle bot-
teghe-scuola) sovente si riscontrano
qualificate tracce afferenti ad un
ideale e completo
processo produtti-
vo
: dall’idea di fabbricare/costruire
un prodotto si transita allo sviluppo
della stessa, prevedendo la prototi-
pizzazione del
manufatto
, l’ingegne-
rizzazione dei processi, la progetta-
zione e realizzazione di adeguati
at-
trezzi da lavoro
, ecc.
IL DISAGIO
NELL’APPRENDERE:
ALCUNI RIFERIMENTI
DA CONDIVIDERE
Nelle imprese
artigiane di eccellenza
è possibile quindi trovare alcune
soluzioni formative (più efficaci sul
versante del trasferimento delle co-
noscenze), da proporre non solo
agli studenti che esprimono un sen-
so di profondo disagio nell’appren-
dimento. Lo stanno a dimostrare i
risultati ottenuti realizzando alcune
esperienze condotte, se pur in for-
a differenza non sta tanto
nella distinzione tra teoria
e pratica, tra sapere teorico
e sapere pratico, ma tra ciò
che sta dentro e ciò che sta
fuori la scuola. Ogni
sapere anche il più astratto
ha imprevedibili risvolti
pratici, al punto che ha
senso affermare che non
esistono discipline, ma
pratiche disciplinari e
comunità di pratiche
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