pianto commerciale e solo una
minoranza frequenta stabilmen-
te luoghi dove vi sia una strut-
turazione più organizzata del
tempo. Questo dato deve far ri-
flettere le agenzie sociali ed
educative rispetto alla loro pre-
senza e alla scarsa capacità di at-
trattiva che riescono ad avere ri-
spetto ai giovani. In effetti molti
centri sociali hanno già provato
ad organizzarsi cercando di an-
dare incontro alle naturali
espressioni e stili di vita dei gio-
vani, creando dei ruoli di "edu-
catori di strada" che vanno fisi-
camente nei luoghi dove i ra-
gazzi stazionano più tempo; ma
su questo punto è necessario
che venga potenziato il lavoro
in un'ottica sinergica tra enti lo-
cali, scuola, sanità, privato so-
ciale e le agenzie educative pre-
senti nel territorio;
scuola
: sembra esserne ricono-
sciuto il valore istituzionale di
agenzia formativa, ma non a li-
vello di ambito relazionale man-
ca, cioè un rapporto definibile
come “diretto” con gli inse-
gnanti. È possibile che questa ti-
pologia di relazione si sviluppi
con il tempo, poiché i ragazzi
del nostro campione fanno par-
te delle prime classi. È bene co-
munque ricordare che è proprio
all’interno di queste classi che si
presenta il maggior numero di
abbandoni scolastici.
NOTA
I dati completi della ricerca posso-
no essere richiesti a:
Dott.ssa Katia Bianchet
Dott. Pietro Defend, Consultorio
Giovani ASS n. 6, Via Montereale,
Pordenone
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