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L’ESPERIENZA IN FRIULI VENEZIA GIULIA NELLA PREVENZIONE E NEL CONTRASTO
DEL BULLISMO OMOFOBICO:
CONFRONTI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO
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Si tratta di un piano di azioni integrate e mul-
tidisciplinari in grado di fornire una risposta
dinamica e coordinata al contrasto delle discri-
minazioni fondate sull’orientamento sessuale
e sull’identità di genere, in linea con il sistema
di intervento proprio dell’UNAR, grazie a una
governance sussidiaria e integrata per la pre-
venzione, il contrasto e la rimozione di ogni
forma di discriminazione.
Nella realizzazione del percorso che porta alla
attuazione della Strategia, la collaborazione
tra le istituzioni centrali e la società civile è
stata di fondamentale importanza ed ha avuto
un forte valore simbolico e culturale di legitti-
mazione per soggetti, ancora, troppo spesso
marginalizzati e stigmatizzati, oltre ad avere
una validità intrinseca, perché contribuisce a
rendere l’azione pubblica più rispondente alle
priorità ed ai bisogni dei cittadini, rendendo
questi ultimi protagonisti della loro stessa
emancipazione da ogni forma di esclusione e
discriminazione.
Per l’elaborazione della Strategia, l’UNAR si è
avvalso oltre che del coinvolgimento attivo del
mondo associazionistico e della società civile, del
confronto con le altre Amministrazioni centrali
coinvolte sui temi di intervento, propriamente
sollecitati dalla Raccomandazione ed anche
con le Amministrazioni locali (Regioni, Province,
Comuni) che attraverso la Rete RE.A.DY. (Rete
nazionale delle pubbliche amministrazioni Anti
Discriminazioni per orientamento sessuale ed
identità di genere) rafforzano l’azione di diffu-
sione ed implementazione delle buone prassi.
La Strategia ha individuato, secondo una se-
lezione di priorità che parte da un’analisi della
maggiori criticità, quattro ambiti strategici di
intervento nei settori del lavoro, della scuola,
dei media, della sicurezza e carceri. Per ciascuno
EJ RVFTUJ BNCJUJ TPOP TUBUJ EFŮOJUJ JO NPEP
molto semplice e schematico, gli obiettivi e
MF NJTVSF TQFDJŮDIF EB NFUUFSF JO DBNQP QFS
promuovere la parità di trattamento e dare un
forte impulso a quel processo di cambiamento
culturale così fortemente auspicato. Nono-
stante la semplicità della struttura, la Strategia
non omette di considerare, sia nei principi che
nelle misure attuative, due aspetti di carattere
orizzontale, talora collegati, che riguardano il
fenomeno delle discriminazioni multiple e la
trasversalità delle tematiche di genere. Proprio
per il lavoro svolto dal Dipartimento per le
pari opportunità sul versante delle politiche di
parità, la Strategia comprende e considera la
TQFDJŮDJU EFMMB DPOEJ[JPOF EFMMF MFTCJDIF WFSTP
MF RVBMJ TJ WFSJŮDB BQQVOUP VOB EJTDSJNJOB[JPOF
multipla. Tale discriminazione opera, infatti, sia
sul fronte dell’orientamento sessuale, che su
quello del genere. In tempi recenti la misoginia
profondamente radicata nel tessuto culturale
del nostro Paese ha registrato un aumento dei
femminicidi, il consolidamento nella cultura di
massa di unmodello femminile stereotipato, ed
JM DPOŮOBNFOUP EFM SVPMP QSPEVUUJWP GFNNJOJMF
alle attività di cura della persona e della famiglia.
Così pure altre forme di discriminazione sono
tenute in considerazione nella Strategia e ri-
guardano le persone LGBT migranti, quelle
diversamente abili e quelle anziane, che vivono
in una condizione ancor più grave, di solitudine,
marginalità sociale e vulnerabilità.
Nel 2014 è stata realizzata una prima parte
delle attività attribuite alla Rete RE.A.DY.,
25
a
seguito del Protocollo d’Intesa sottoscritto il
19 dicembre 2012 dal Dipartimento per le Pari
Opportunità e dal Comune di Torino, in qualità
di Segreteria nazionale della Rete RE.A.DY, e il
successivo Accordo di collaborazione tra i due
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Per informazioni:
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