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L’ESPERIENZA IN FRIULI VENEZIA GIULIA NELLA PREVENZIONE E NEL CONTRASTO
DEL BULLISMO OMOFOBICO:
CONFRONTI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO
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D: Dopo questa esperienza ha più
strumenti per attivare percorsi
educativi per favorire l’integrazione e
prevenire fenomeni di bullismo?
R:
L’informazione sui meccanismi del fenomeno,
la sensibilizzazione al problema, è stato il primo
passo per poter venir a conoscenza di episodi
che rischiavano di rimanere sommersi nel si-
lenzio e nell’omertà, continuando a crescere.
La scuola, che ha potuto contare anche sulla
collaborazione in questo senso di una psicologa
dello sportello d’ascolto, ha iniziato a lavorare
su protocolli redatti da gruppi di ragazzi contro
il bullismo: grazie a questa esperienza, il numero
di ragazzi formati per riconoscere il fenomeno
e in grado di mettersi in gioco per denunciarlo
è aumentato.
D: Quali strategie sono state utilizzate
per comunicare le iniziative a ragazzi e
famiglie?
R:
Il progetto, una volta presentato ed approvato
nel Collegio dei Docenti, passa in Consiglio
d’Istituto, in un consesso quindi in cui ci sono
anche rappresentanti di genitori e studenti.
La scelta poi di partecipare come classe ad
un progetto che diventa parte del percorso
formativo di ogni singolo alunno della classe,
avviene in una riunione di Consiglio di classe,
alla presenza dei rappresentanti dei genito-
ri e degli studenti che quindi contribuiscono
nel momento della scelta, ne acquisiscono i
dettagli, possono riferirne agli altri genitori e
ai compagni. Inoltre, in assemblea d’istituto,
gli studenti rappresentanti hanno scelto di
invitare il Dirigente o un docente dello staff di
Presidenza ad illustrare loro i progetti.
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