L’ESPERIENZA IN FRIULI VENEZIA GIULIA NELLA PREVENZIONE E NEL CONTRASTO
DEL BULLISMO OMOFOBICO:
CONFRONTI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO
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di genere ed il proprio corpo, frequentemente
sono bersaglio di forme di bullismo omofobico
o transfobico che possono determinare conse-
guenze anche tragiche
4
. Ugualmente, le ricerche
evidenziano che questi fenomeni di bullismopos-
TPOP FTTFSF FGŮDBDFNFOUF DPOUFOVUJ RVBOEP MF
scuole egli insegnanti intervengonoper prevenire
e contrastare ogni forma di violenza, stigmatiz-
zazione ed aggressione, anche verbale, contro la
dignità della persona, affrontando le questioni
del contrasto agli stereotipi e ai pregiudizi, siano
essi di natura sessuale, razziale, religiosa
5
.
Le ricerche condotte a livello europeo evi-
denziano come in Italia il tasso di percezione
delle discriminazioni subite dalle persone gay,
lesbiche e transessuali nel mondo del lavoro e
dell’offerta pubblica di beni e servizi, a partire
dall’utilizzo diffuso di un linguaggio verbale
offensivo e stigmatizzante, sia superiore alla
media europea, così come invece sia molto
bassa la consapevolezza e sensibilità verso tali
problematiche da parte della società nel suo
complesso (FRA Agenzia europea per i diritti
umani fondamentali,
Survey data explorer - LGBT
Survey 2012
6
Eurobarometer,
Discrimination
in the EU
, June 2012)
7
. Tale situazione è con-
TFHVFO[B EFMMB EJGŮDPMU EFMMB TPDJFU JUBMJBOB
a considerare in un’ottica non discriminatoria
l’orientamento affettivo e sessuale e l’identità
di genere come dimensioni essenziali della
personalità di ciascun essere umano, con la
conseguente piena accettazione degli orienta-
menti omosessuali come una normale variante
della sessualità umana.
Tale difficoltà risulta evidente dall’estrema
debolezza del quadro dei diritti riconosciuti
4
In questo senso, anche la recente ricerca condotta dall’Università di Trieste tra gli studenti nelle scuole del
FVG, nell’ambito del Progetto regionale di prevenzione e contrasto al fenomeno del bullismo omofobico (deli-
bere n. 2182/2013 e 1341/2014) evidenzia come, per quanto riguarda la frequenza con cui i partecipanti hanno
sentito termini denigratori nei confronti degli omosessuali di sesso maschile, il 37.1% dichiara di averli sentiti
‘qualche volta’, il 29.1% indica di averli sentiti ‘spesso’ e il 10.3% afferma di averli sentiti con frequenza pari a
‘sempre’, così come è pari a circa il 20% la percentuale di studenti che hanno assistito a comportamenti discri-
minatori nei confronti di persone omosessuali di sesso maschile. Per quanto riguarda l’essere vittima di offese
verbali di stampo omofobico, il 76% del campione indica l’opzione ‘mai’, 18.1% sceglie l’opzione ‘qualche volta’, il
4.5% sceglie l’opzione ‘spesso’ e lo 0.9% sceglie l’opzione ‘sempre’ (0.5% non indica la frequenza). Si veda al link:
/
allegati/Risultati_della_ricerca_condotta_nellxambito_del_Progetto.pdf
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In questo senso, anche la recente e già citata ricerca condotta dall’Università di Trieste evidenzia come “la percezione
che i partecipanti hanno delle reazioni degli insegnanti a comportamenti di bullismo omofobico è cruciale nella ridu-
zione della frequenza di tali comportamenti. In particolare, più i partecipanti percepiscono gli insegnanti come agenti
attivi, che non ignorano gli atti di bullismo omofobico, meno frequenti risultano gli atti di bullismo”. (si veda al link:
/
allegati/Risultati_della_ricerca_condotta_nellxambito_del_Progetto.pdf )
6
Il sondaggio è disponibile al link:
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recenti della ricerca del Centro Studi dell’Agenzia internazionale di somministrazione lavoro Randstad sulle discri-
minazioni nei luoghi di lavoro in 34 Paesi diversi, condotta su un campione di 400 lavoratori in ciascun Paese, dalla
quale emerge che in Italia il 19% dei lavoratori sarebbero soggetti sul luogo di lavoro a discriminazioni fondate sull’o-
rientamento sessuale, la seconda percentuale più elevata tra i 17 Paesi membri dell’Unione europea considerati; cfr.
Randstad Workmonitor, Diversity in the workplace, n. 3/2015, scaricabile al link:
/
research-reports/
.