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L’ESPERIENZA IN FRIULI VENEZIA GIULIA NELLA PREVENZIONE E NEL CONTRASTO
DEL BULLISMO OMOFOBICO:
CONFRONTI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO
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INTERVISTE AI VOLONTARI DELLE ASSOCIAZIONI
INTERVISTA A:
DENNIS MORELLO VOLONTARIO DELLE
ASSOCIAZIONI
Area istruzione, alta formazione e ricerca in
collaborazione con le Associazioni di volontariato (a cura di)
D: Come sei stato coinvolto in questo
progetto?
R:
Sono venuto a conoscenza di questo progetto
tramite Internet: unmioamicopubblicò l’annuncio
di un incontro aperto a tutti per far conoscere
l’esistenzadi questa iniziativa. Partecipai aquell’in-
contro e ne rimasi subito colpito, condividendone
motivazioni e metodo.
D: Cosa ti ha spinto a partecipare
all’iniziativa?
R:
Quandoandavo inquarta superiore imiei com-
pagni di classe vennero a conoscenza della mia
omosessualità per mezzo di un social network: fu
l’iniziodi un lungoperiododi isolamentoederisio-
ne. Come prima reazionemi rivolsi allo psicologo
della scuola, il quale mi consigliò di baciarmi in
pubblico con una ragazza per mettere a tacere le
voci che sempre più insistentemente giravano sul
mio conto. Insoddisfatto delle sue parole, optai
per contattare il vice-preside, ma pareva essere
più interessato a tutelare l’immagine della scuola
che allamia serenità. Il culmine della frustrazione
lo raggiunsi quando incontrai il preside inpersona:
per mezzo di un esempio campato in ariami fece
intendere che se i miei compagni mi prendevano
in giro era solo colpa mia, in quanto ero io quello
“diverso” e loro, la maggioranza, quelli “normali”.
L’esperienza chehoappena raccontatoèallabase
dellemotivazioni chemi hanno spinto a prendere
parte all’iniziativa, prestando il mio tempo come
volontario nelle scuole. Ho pensato che se avessi
avuto anch’io a suo tempo qualcuno che fosse
venuto nella mia scuola a raccontare ciò che
raccontiamo noi, allora molto probabilmente mi
sarei sentito meno solo, meno sbagliato, meno
abbandonato da chi aveva il dovere di difendermi
e non l’ha fatto.
D: Che tipo di attività hai fatto
nell’ambito del progetto?
R:
L’attivitàprincipalechehosvoltonell’ambitodel
progetto è stata quella di volontario nelle scuole:
accompagnato da uno psicologo (o psicologa, a
seconda delle occasioni) andavo nelle classi a
rispondere alledomandeposte in forma anonima
dagli studenti. Mi sono poi occupato (seppur
marginalmente e solo successivamente) di dare
unamano all’organizzazione del calendario degli
incontri nelle scuole con gli altri volontari.
D: Cosa ti ha colpito maggiormente
durante questa attività?
R:
Sonotante lecosechemi hannocolpitodurante
questaattività, dall’interessemanifestatodamolte
classi suquestotema, allamaturitàdelledomande
poste anche da studenti di scuole secondarie di
primo grado. Ciò che però maggiormente mi ha
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