QuaderniORIENTAMENTO_42_new - page 69

68
SPAZIO APERTO
QUANDO L’ALUNNO
DIVENTA INVISIBILE
“NON UNO DI MENO” UN PERCORSO
CO-COSTRUITO PER CONTRASTARE
L’ABBANDONO SCOLASTICO
Paolo Taverna, Liviana Zanchettin, Elena Paviotti
INTRODUZIONE
Il nome del progetto “Non uno di me-
no” è il titolo di un film del regista cinese
Zhang Yimou. Vi si narrano le vicende di
una giovanissima supplente, in una scuo-
la miserabile d’uno sperduto villaggio
della Cina rurale contemporanea, alle
prese con il compito di impedire che an-
che un solo alunno si ritiri dalla scuola. La
storia è anchemolto altro, come capita al
cinema, ma non solo, e ha a che fare con
un premio in denaro, con l’ostinazione e,
in fondo, con un modello pedagogico.
Alla ragazzina che chiede quando sarà
pagata, il capo villaggio dice
“fai come
ti ha detto il maestro e ti saranno dati i
50 yuan, non uno di meno”
. È a questo
punto che la maestra, parlando degli
scolari, le dice
“fa sì che li ritrovi tutti, non
uno di meno”
. Quando abbiamo scelto
come intitolare il progetto, ci è piaciuta
la perentorietà,
non uno di meno
, per
un compito apparentemente impossi-
bile: ricondurre a scuola, in una scuola,
ragazze e ragazzi che per la scuola, la
scuola di tutti, la scuola pubblica, erano
diventati invisibili.
Da subito ci è sembrato che il Piano
di Zona fosse la cornice più adatta: lo
strumento di pianificazione delle politi-
che sociali, previsto dalla legge nazionale
(382/2000) e da quella regionale (L.R.
6/2006), ha consentito all’ente locale,
al volontariato, alle associazioni, alle co-
operative, alle istituzioni coinvolte, alle
scuole, di co-progettare e di co-gover-
nare per un intero triennio un servizio
che ha avuto al centro, ed è tuttora così,
i grandi temi dell’educazione, dell’ap-
prendimento e dell’insegnamento. La
forma della programmazione collettiva
e partecipativa tipica dei Piani di zona ha
consentito che una pluralità di sguardi,
educativo e sociale
in primis
, si esercitas-
se liberamente su di una questione fon-
damentale: come la funzione educativa e
le didattiche possono incontrare i diversi
modi di apprendere e come in questo
incontro e nell’intersezione con le storie
delle persone e delle famiglie, talora abi-
tate da sofferenze e lacerazioni spesso
anche solo da inciampi, si possa (e perciò
si debba) garantire l’esigibilità dei diritti
sanciti dalla carta costituzionale.
In particolare penso all’art. 3, siccome
abbiamo tutti pari dignità, senza distin-
zione di condizioni personali e sociali,
spetta alla Repubblica di rimuovere gli
ostacoli che impediscono il pieno svi-
luppo delle persone e l’effettiva parte-
cipazione alla vita del Paese, e all’art. 34,
poiché la scuola è aperta a tutti e chi è
privo di mezzi, capace e meritevole, ha
diritto a raggiungere i gradi più alti degli
studi, la Repubblica rende effettivo tale
diritto con borse di studio, assegni alle
famiglie e altre provvidenze.
“Non uno di meno” è un piccolo pro-
getto ed è bene che rimanga tale. Si oc-
cupa, lo si vedrà più avanti, di un ridotto
numero di ragazze e ragazzi che a scuola
1...,59,60,61,62,63,64,65,66,67,68 70,71,72,73,74,75,76,77,78,79,...118
Powered by FlippingBook