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ORIENTAMENTO E SCUOLA
l
coinvolgere il bambino in attività
interessanti che lo incuriosissero e
gli permettessero di far emergere
le capacità inmaniera adeguata alle
sue competenze; utilizzare i giochi,
lavori di gruppo e le discussioni;
l
nelle situazioni di calo attentivo e/o
maggiore irrequitezzamotoria, non
sanzionare il bambino, ma conce-
dere qualche minuto per scaricare
lo stress accumulato, fornendo il
permesso, in caso di richiesta di-
retta, di svincolarsi dal compito per
rilassarsi; alternare fasi di gioco ad
altre di discussione in cui venisse
rinforzata la capacità di dialogo e
di autoriflessione reciproca.
Risultati
La Scala di Rosenberg sull’autostima
è stata somministrata sia prima che do-
po l’intervento di gruppo, evidenziando
come in 4 bambini su 5 si sia riscontrata
unamigliore stima di sé. La griglia sotto-
stante (Tabella 1) illustra i punteggi dei
singoli bambini:
Punteggio
Pre-Intervento
Punteggio
Post- Intervento
Differenza
Soggetto 1
5
10
+5
Soggetto 2
15
18
+3
Soggetto 3
18
19
+1
Soggetto 4
20
23
+3
Soggetto 5
22
20
-2
Tabella 1: I punteggi dei
singoli bambini
CONCLUSIONI
Vi è stata una generale favorevole
accettazione delle proposte, partico-
larmente gradite, che ha sicuramente
facilitato lo sviluppo di una dinamica
relazionale e motivazionale significa-
tiva. Sia nei momenti strutturati sia in
quelli meno strutturati, quali ad esem-
pio il ritrovarsi prima dell’inizio effettivo
dell’incontro, si è potuto osservare come i
soggetti manifestassero reciprocamente
un piacere notevole nella socializzazione.
Entrando nello specifico dell’autostima,
il presente studio ha potuto osservare
come, a seguito del ciclo di incontri di
gruppo, il punteggio alla Scala di Ro-
senberg sia aumentato in quattro bam-
bini su cinque.
Tale aumento potrebbe essere dovuto
ad un effettivo aumento dell’autostima,
verosimilmente modificata dal percorso
strutturato di proposte, atte a stimolare
una percezione individuale di maggiore
capacità ed efficienza, unitamente ad
una scoperta di interazioni positive tra
coetanei. Tale spiegazione risulta co-
erente con le ipotesi iniziali, ma non è
l’unica spiegazione possibile. Infatti, in
alternativa, si può ipotizzare una sorta
di effetto placebo, basato sulla convin-
zione da parte dei bambini, che il ciclo di
incontri servisse, tra i vari risultati attesi,
amigliorare la stima di sé, e quindi abbia
indotto un innalzamento del punteggio
alla scala. Una terza spiegazione potreb-
be invece addebitare l’aumento dell’au-
tostima alla dinamica maturazionale
dei bambini all’interno del prosieguo del
percorso di gruppo, considerando che a
livello temporale gli otto incontri si sono
svolti in un periodo non superiore ai tre
mesi. In mancanza di un gruppo di con-
trollo, nessuna delle tre spiegazioni può
essere scartata.
Il presente studio rimane, tuttavia,
un’osservazione importante che può
stimolare altri studi sperimentali sulle
tecniche di miglioramento dell’auto-
stima nei soggetti affetti da ADHD. La