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ORIENTAMENTO E SCUOLA
interno, non tollera di dover fare i conti
con le proprie dipendenze, con le proprie
inibizioni, con le proprie preoccupazioni.
Un adulto che abbia al proprio interno
la consapevolezza che si tratta di una
dimensione evolutiva, di fenomeni che
caratterizzano i bambini, i preadolescenti
e gli adolescenti e che quindi, anche se
in modo distorto, c’è un tentativo, più
o meno disperato e controproducen-
te, di realizzare una marcia evolutiva,
di risolvere un problema di percorso, di
individuazione, di soggettivazione, di va-
lorizzazione del Sé, di nascita sociale, di
distribuzione dei ruoli e delle funzioni,
di organizzare con la prepotenza, o col
potere della forza la società dei coetanei.
Un adulto competente che sa che in ogni
gruppo umano, anche un gruppo classe,
anche una squadra di calcio o di pallavo-
lo, anche un gruppo di amici, di coetanei
legati da sentimenti, da emozioni, da
una storia comune, dalla condivisione
di valori, è sempre un organismo vivente
che è esposto al rischio di pensare con
modalità primitive e ha sempre la pos-
sibilità di diventare una specie di banda
che deve andare a caccia del nemico per
esercitare il proprio potere, per delimi-
tare i propri confini, per riconoscersi in
un progetto. Un adulto competente che
non è arrendevole, che non è seducibile
rispetto alla violenza che il singolo o che
il piccolo gruppo esercita nei confronti
delle proprie vittime, ma che è consape-
vole che tutto questo può succedere in
certi contesti, in cui, quello che manca è
proprio l’adulto competente, che per mo-
tivi organizzativi, non per una strategia
educativa, è come se avesse lasciato uno
spazio, antropologico, a volte logistico,
non presidiato dalla cultura e dalla com-
petenza degli adulti. È come se la mafia
del bullo nascesse nei territori dove lo
stato non riesce a far valere il diritto e il
ricorso alla prepotenza o la protezione
dei bulli, da parte di quelli più deboli o
di quelli che hanno paura di incappare
nelle rappresaglie e nelle estorsioni del
bullo, dipendesse dal fatto che non c’è
la magistratura, non c’è la polizia, non
c’è lo Stato.
È chiaro che viene invocato il ritorno
dell’adulto competente, il ritorno di una
magistratura che indaghi, che riconosca,
che sappia dirimere le questioni, che eviti
che si ricorra alla vendetta privata come
modo per risolvere un conflitto, o che
eviti che si ricorra al piccolo gruppo dei
bulli per ottenere giustizia e rispetto alle
prevaricazioni ordite da un altro gruppo.
Quindi l’adulto arriva perché i ragazzi
ritengono che se è competente, sa or-
ganizzare una sanzione per coloro che
hanno trasgredite le regole fondamentali
della solidarietà, della convivenza, del
benessere a scuola, della formazione
del gruppo, del rispetto della libertà e
dell’autonomia dell’altro.
L’adulto competente sa organizzare
una sanzione che non sia mortificante,
ma che sia funzionale alla stimolazione
della crescita, e raccogliendo l’intenzio-
ne del comportamento, che è quella di
crescere, di esercitare un’azione trasfor-
mativa sul mondo, la prende e offre la
possibilità di realizzarla con delle mo-
dalità che non siano violente, prevari-
catrici, incapaci di identificarsi col diritto
dell’altro; e raccoglie anche il dolore, la
mortificazione della vittima e lo fa di-
ventare una risorsa, un’esperienza che
va opportunamente elaborata, pensata,
valorizzata, perché c’è dentro il dolore
della mortificazione subita, ma anche
la speranza, e allora può diventare uno
strumento di conoscenza importante per
il processo creativo ed evolutivo.
Un adulto competente dovrebbe ave-
re, e il più della volte ha, la capacità di
essere straordinariamente interessato
all’azione educativa individualizzata di
un piccolo gruppo e di un contesto; quin-
di viene riconosciuto dagli adolescenti
come l’interlocutore necessario, il vero
contrasto all’eventualità che dei ragazzini
prepotenti si sostituiscano agli adulti,
ed esercitino un loro potere che non ha
le finalità che può avere invece l’adulto
competente, che interviene nel campo,
riorganizza la distribuzione del potere,
eroga sanzioni che siano funzionali alla
crescita, che inibiscano o che impedi-
scano di avere accesso agli strumenti
che sono assolutamente indispensabili
alla crescita.
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