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ORIENTAMENTO E SCUOLA
scuola senza aver paura dei docenti e dei
loro castighi e senza sentirsi in colpa per
il fatto di aver omesso di fare i compiti.
La paura dei ragazzi nei confronti degli
adulti e delle istituzioni è enormemente
diminuita rispetto alle generazioni pre-
cedenti; i castighi hanno smesso di svol-
gere una funzione dissuasiva rispetto al
pensare, immaginare o anche compiere
azioni non gradite o addirittura interdet-
te dalla cultura degli adulti. Non hanno
paura del castigo, e, elemento molto
interessante anche se è un fenomeno
più personale, più soggettivo, che ho
riscontrato nel corso della mia attivi-
tà come psicoanalista di adolescenti in
crisi, è che raramente succede che sia il
sentimento di colpa nei confronti della
famiglia e della scuola, il promotore del
disagio o della sofferenza.
Attualmente, si è organizzato un mo-
dello educativo di crescita, all’interno
della famiglia, nelle istituzioni parafami-
liari, nella società, che ha smesso di far
sentire i bambini in colpa, e ha smesso
di far in modo che i bambini abbiano
paura del loro papà o della loro mam-
ma e dei castighi che possono proporre,
minacciare o anche realizzare. È chiaro
che questa esperienza originaria, consu-
mata in famiglia, viene poi esportata nei
confronti degli altri adulti, e i ragazzini si
aspettano che anche gli altri adulti che
svolgono una funzione in qualche modo
confrontabile con quella dei genitori, di
guida, formazione, non sianominacciosi,
e quindi non siano avversari da battere
o dei nemici da imbrogliare per tenerli
a bada, onde evitare che somministrino
castighi terribili.
L’attenuazione della paura degli adulti
e del sentimento di colpa nei loro con-
fronti, mi sembra essere una buona
premessa affettiva per affermare che
c’è pace tra le due generazioni e se gli
adolescenti hanno qualche motivo per
mettersi a caccia degli adulti competenti,
possono farlo. Non hanno bisogno di
mentire all’adulto per ottenere sedutti-
vamente il suo consenso, perché la loro
richiesta è autentica, non è per averne
dei vantaggi; quello che cercano è rela-
zione, rispecchiamento, nomina. Cercano
adulti competenti, cioè incorruttibili, dai
quali essere pensati, dai quali verificare
di essere voluti, adulti che li abbiano in
mente e che sentano nei loro confronti
una missione educativa, se sono geni-
tori, insegnanti o educatori, che abbiano
quindi una relazione di particolare inten-
sità e una specie di vocazione per quel
tipo di mestiere.
L’IDENTIKIT DEL
DOCENTE IDEALE
Ho fatto una ricerca per una scuola
dove c’erano una cinquantina di docenti.
Ho chiesto ai ragazzi le loro preferenze e
in base a quale graduatoria o quali carat-
teristiche venivano formulate. Mi hanno
indicato cinque persone “leggendarie” e
allora ho domandato loro cosa avessero
questi adulti per essere così apprezzati
e ammirati. Non è semplice delineare
l’identikit del docente adulto che va per
la maggiore, ma certamente ha delle
caratteristiche peculiari, anche se dif-
ficili da definire univocamente perché il
quadro di riferimento èmolto complicato
e articolato.
I ragazzi erano molto colpiti di incon-
trare adulti che abbiano la passione, e
che non abbiano solo il contatto con la
realtà istituzionale ed economica, ma
una relazione di straordinaria intensi-
tà con la disciplina che insegnano, col
mestiere che fanno, con la relazione che
devono riuscire a sviluppare. Insomma
adulti un po’ fuori di testa, convinti che
se riuscissero a realizzare il loro obietti-
vo, cioè fare gruppo, trasmettere il sa-
pere, il mondo cambierebbe e i ragazzi
sarebbero contenti. Questo affascina i
ragazzi: trovare un adulto appassionato
del proprio mestiere è una cosa che li
sorprende, che fa ritenere loro che vada
assolutamente frequentato, e che, con
quell’adulto, sarebbe bellissimo riusci-
re a stabilire una relazione, perché è un
adulto straordinariamente disponibile
a pensarli, cioè in qualche modo a iden-
tificarsi con le loro ragioni, ma non per
dargliele vinte, anzi per riuscire a contra-
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