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ORIENTAMENTO
e del collegio indurranno il protagonista
ad erronee scelte affettive, ad azio-
ni impulsive ed all’abbraccio di ideali
estremi. Ugualmente, il collegio farà
da sfondo a
“I turbamenti del giova-
ne Torless”
(1906) di Musil. Si trattava,
tuttavia, di travagli esistenziali limitati
a coloro che, tra i giovani, erano desti-
nati a diventare classe dirigente. Per la
maggior parte dei ragazzi del XIX secolo
ben poco era cambiato e le loro dure
condizioni trovarono ritratto in
“Oliver
Twist”
(Dickens, 1839).
L’adolescenza, come realtà sociale
estesa, non aveva ancora preso pie-
namente corpo. E così, in sintonia con
il suo reale peso sociale, Freud, pur in-
dividuando nell’età post-puberale la
tappa finale dello sviluppo, non dedicò
all’adolescenza alcun saggio specifico.
In ugual modo fecero tutti gli psicoana-
listi della prima generazione. Il pianeta
adolescenza apparirà, infatti, nella sua
pienezza solo in anni molto più recenti
quando, dopo il secondo conflitto mon-
diale, le mutate esigenze della società
industriale avanzata, richiesero il pieno
inserimento di tutta la gioventù nel ci-
clo di apprendimento. Fu a partire da
quegli anni che emergeranno i feno-
meni giovanili incarnati da personaggi
come Marlon Brando e James Dean e
destinati a sfociare nell’attuale mondo
dell’adolescenza. Non è un caso che si
datino a quel periodo (1940-1960) i pri-
mi lavori psicoanalitici sull’adolescenza
ad opera di Anna Freud. Dai suoi pio-
nieristici saggi ad oggi, una messe sem-
pre più consistente di studi psicologici,
operando una sorta di trasposizione dal
sociale allo psichico, ha contribuito a
materializzare una condizione mentale
inesistente, come quella di coloro che la
civiltà definisce né bambini, né adulti.
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