Mossa (GO), Scuola
elementare e materna,
Fiabe infantili
, 1961
decorazione parietale,
graffito e pittura a secco su
intonaco, particolare.
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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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la trasmissione culturale e lavorativa av-
veniva tra le mura di casa per passaggio
diretto: nel caso dei maschi da padre a
figlio e per le femmine da madre a figlia.
Si trattava di sistemi sociali stabili ove
il transito dall’infanzia all’età adulta era
segnato da riti di passaggio che defi-
nivano i ruoli. Le cerimonie iniziatiche
comprendevano, a seconda delle varie
culture, riti religiosi e sociali, quali la cre-
sima-comunione, il
barmitzvah
, compiti
di caccia, digiuni, scarificazioni. Questi riti
segnavano l’entrata nell’età adulta e non
in una fase intermedia quale quella che
oggi definiamo adolescenza.
Fu la necessità di una scuola di massa,
in coincidenza con la formazione dello
Stato moderno, a privare la famiglia di
quella funzione pedagogica primaria che
da sempre aveva segnato il modello di
trasmissione culturale tra generazioni,
facendo saltare con la secolarizzazione
anche gli antichi riti di passaggio. È in
questa fase di modificazione qualitativa
e strutturale della famiglia che sarebbe
avvenuto il grande esproprio della gio-
ventù. Stando alle parole di Ariès (id.), la
cura sollecita dei pubblici poteri avrebbe
privato i giovani della libertà di cui pri-
ma godevano, della promiscuità con le
generazioni con le quali avevano modo
di confrontarsi ed ha inflitto il rigore e
la disciplina.
Sono proliferati collegi e scuole, ovvero
grandi edifici di segregazione e massi-
ficazione della gioventù, con l’intento
di farla studiare e preparare al futuro.
Così, nell’arco degli ultimi due secoli, la
riproduzione culturale si è sempre più
organizzata sui rigidi binari ministeriali,
finalizzati alla educazione morale, pro-
fessionale e tecnica, ma non all’educa-
zione dell’affetto e dell’amore. Ma, come
sappiamo, basta leggere il romanzo della
crisi europea,
“L’Educazione Sentimenta-
le”
(Flaubert, 1869), per approfondire il
dramma della borghesia che aveva inve-
stito tutto sulla famiglia da un lato e sulla
laicità dell’istruzione dall’altro. Drammi
e lacerazioni trasposti da Dostoevskij
in “
Adolescenza
” (1875), ove i derivati
psicologici dell’imposizione pedagogica