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ORIENTAMENTO
PREMESSA
Per quasi trent’anni ho prestato
servizio presso un Centro di Con-
sultazione per l’Adolescenza della
Regione Toscana: ho parlato a lun-
go con alcune centinaia di giovani
ed ho partecipato a diversi gruppi
di discussione tra ragazzi. Nel corso
di tutti questi anni la mia visione del
mondo giovanile è profondamente
cambiata. Al pari dei tanti “esperti”
dell’adolescenza così spesso intervi-
stati dai mass media, agli esordi del
mio lavoro con i ragazzi ritenevo di
trovarmi al cospetto di soggetti ca-
ratterizzati da un processo psichico
in via di sviluppo e peculiare nella sua
dinamicità rispetto alla mente adulta,
così come era riportato nei saggi psi-
chiatrici e psicoanalitici sull’argomen-
to. Oggi non mi trovo più conforme
a quei dettami o a quelle teorie, anzi
penso che essi siano l’espressione
di un duplice interesse, quello della
little factory
costituita dagli esperti
del settore e quello, più generale,
di un ordinamento sociale che per
la propria sopravvivenza necessita
di una fase della vita denominata
“adolescenza”. Partendo da una pro-
spettiva critica, nel corso dello scritto
cercherò di delineare sia la genesi
esistenziale di molte forme di disagio
giovanile, sia l’artificiosa costruzione
dell’adolescenza.
IL FALSO MITO
Bassa Padana, anno 1959. Terminata
la cerimonia di Cresima e Comunione il
parroco ci invitò in sacrestia ed offrì a
tutti un bicchierino di grappa. Le teste
girarono, ma ci sentimmo improvvisa-
mente grandi. Forse, il sacerdote aveva
esagerato, tuttavia, con quella cerimo-
nia, noi eravamo entrati nella comunità
cristiana adulta con tutte le relative re-
sponsabilità rispetto ai comandamenti e
un grappino poteva anche starci. Queste
memorie, mie personali, ci ricordano co-
me la Chiesa Cattolica sia rimasta indie-
tro nelle sue attribuzione di maturità:
ovvero ai tempi in cui l’adolescenza non
era stata ancora inventata.
Come è noto tra gli storici (Ariès 1962,
Esman 1990), la creazione dell’adole-
scenza è un evento relativamente re-
cente. Philippe Ariès ci ricorda come nel
Medio Evo e per tutto l’Ancienne Regime
i bambini andavano a confondersi con gli
adulti all’età di sette anni circa:
“da quel
momento essi entravano di colpo nella
grande comunità degli uomini dividendo
con i loro amici, giovani o vecchi, i lavori
e le gioie di ogni giorno”.
Il significato sociale dell’adolescenza
iniziò a prendere gradatamente corpo
solo all’inizio del 1800, quando il gua-
dagno economico del singolo e della
collettività cominciò a dipendere da
lunghi periodi di istruzione. Viceversa,
nella società antica, per migliaia di anni,
N
IL FALSO MITO
DELL’ADOLESCENZA
LA CREAZIONE DI UNA CONDIZIONE
PSICOLOGICA INEDITA PER
ASSOGGETTARE I GIOVANI
Graziano Graziani
ella società antica,
per migliaia di anni, la
trasmissione culturale
e lavorativa avveniva
tra le mura di casa per
passaggio diretto.
Il significato sociale
dell’adolescenza
iniziò a prendere
gradatamente corpo
solo all’inizio del 1800,
quando il guadagno
economico cominciò
a dipendere da lunghi
periodi di istruzione