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ORIENTAMENTO E SOCIETÀ
te della rete sociale di supporto e
quindi la più ampia partecipazione
al disegno progettuale del percorso
individuale, centrato sulla persona.
Il percorso lavorativo insito nella
progettazione partecipata è sicura-
mente più complesso rispetto alla
progettazione di tipo direttivo,
2
ma è
ormai convinzione diffusa che, attra-
verso l’interazione, l’ascolto attivo, la
comunicazione, la gestione creativa
dei conflitti, sia possibile favorire:
- la comprensione dei problemi da
parte di tutti i soggetti coinvolti;
- l’individuazione di soluzioni condi-
vise e concertate;
- l’organizzazione più efficiente delle
risorse, elemento questo particolar-
mente delicato se si considera, nello
specifico, la fragilità del target;
- la sostenibilità dell’intervento
secondo una logica di
mainstrea-
ming
,
3
cioè la sua sopravvivenza
oltre la scadenza temporale del
progetto nell’ambito del quale si
è sviluppato che, per definizione,
deve essere limitato nel tempo.
4
In quest’ottica, la progettazione
partecipata, proprio perché permette
di promuovere e concretizzare l’effet-
tiva interazione tra istituzioni e servizi
sul campo
, si configura come lo stru-
mento chemeglio si adatta ai
progetti
di sviluppo
, che la Commissione Euro-
pea (2004) definisce come “
il mezzo
per definire con chiarezza e gestire in-
vestimenti e processi in cambiamento
”.
La logica dello sviluppo è infatti alla
base di tutti gli interventi realizzati in
ambito Pro.P, proprio perché i singoli
interventi, territoriali e/o settoriali
non si esauriscono nella realizzazio-
ne di azioni isolate, ma al contrario
costituiscono parti integranti di un
processo più ampio e complesso che
non può concludersi con il termine
del progetto, ma esige di continuare
nel tempo (A. Stroppiana, 2009).
Mersino
Giuseppe Vanejzu
“Sisto”
1...,53,54,55,56,57,58,59,60,61,62 64,65,66,67,68,69,70,71,72,73,...123
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