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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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molto e impedendo loro di annoiarsi,
cosa che si verificava, invece, quando
il gruppo doveva lavorare maggior-
mente sulla lettura o sulla scrittura,
attività che favorivano la comparsa
di comportamenti iperattivi e ina-
deguati. Il percorso è stato monito-
rato grazie alle registrazioni video e
ai successivi momenti di riflessione,
autovalutazione e supervisione tenuti
per ogni incontro.
Il comportamento del gruppo e le
valutazioni fornite hanno evidenziato
un progressivomiglioramento rispet-
to ai primi incontri; anche le riflessioni
formulate dai bambini hanno fatto
emergere una maggiore consape-
volezza delle relazioni sociali e della
possibilità di commettere errori di
interpretazione. Inoltre, il confronto
tra educatore e genitori, avvenuto sia
durante, sia al termine del percorso,
ha confermato il coinvolgimento dei
bambini nelle attività svolte assieme,
il desiderio di partecipare e il diverti-
mento provato, elementi basilari per
la buona riuscita di un training.
CONCLUSIONI
L’intervento svolto ha permesso di
rilevare alcune significatività, qui di
seguito discusse, premettendo che
si tratta di una singola esperienza
che non ha trovato, proprio per la
specificità e la composizione, una
generalizzazione sperimentale con
un gruppo di controllo e con una
maggiore numerosità del campione.
Per quanto breve (10 sedute nell’ar-
co di due-tre mesi), il percorso ha evi-
denziato una modificazione signifi-
cativa di alcuni parametri tra quelli
considerati: nel gruppo“conflittuale”
le dinamiche relazionali sono anda-
te progressivamente migliorando,
consentendo una sempre maggiore
efficacia della condivisione intragrup-
pale, sia a livello emotivo sia a livello
comportamentale. Considerando che
tra gli obiettivi del percorso non vi
era quello di operare sulla sintoma-
tologia iperattivo-disattentiva, ma di
verificare le possibilità nei bambini af-
fetti da ADHD e condotte oppositivo-
provocatorie di un riconoscimento
emotivo reciproco e della successiva
condivisione di un progetto mirato a
una modificazione e a un migliora-
mento delle abilità sociali all’inter-
no del piccolo gruppo. L’intervento
realizzato sembra essere riuscito a
modificare in maniera efficace, pur
nel breve periodo, alcune delle diffi-
coltà emotive e relazionali presentate
dai bambini con ADHD, affiancandosi
ai percorsi clinici strutturati di tipo
autoregolativo, di lunga durata e di
elevata intensità, caratterizzati da un
minore aggancio alle problematiche
di tipo scolastico e ai vissuti emotivi
di gruppo e spesso non adeguata-
mente attenti alla dimensione del
gioco. Quest’ultima dimensione ha
invece caratterizzato tutte le sedute
del percorso, consentendo al gruppo
di bambini di mantenere un signifi-
cato di piacere individuale, rinforzato
dalla contestualizzazione gruppale.
Si è registrato un alto gradimen-
to dell’intervento proposto, sia da
parte dei bambini sia da parte delle
famiglie coinvolte; non rilevato uni-
camente sulla base dell’entusiasmo
con cui i soggetti pervenivano agli
incontri e riconoscevano i reciproci
“amici”, ma anche nell’ambito dei col-
loqui svolti con i genitori durante il
percorso (con lo specialista), alla fine
dello stesso (con la laureanda) e nel
periodo di follow-up successivo (con
lo specialista), per una restituzione
delle osservazioni e delle inferen-
ze recepite dal singolo nel lavoro di
gruppo. Gli stessi genitori, che ac-
compagnavano i figli agli incontri,
percepivano un minor grado di so-
litudine rispetto alle problematiche
presenti a scuola e in famiglia e usu-
fruivano spesso del periodo di attesa
per condividere alcune tematiche
inerenti alla situazione complessiva
dei propri figli.
La conduzione degli incontri, non-
ché tutta la preparazione e la pro-