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ORIENTAMENTO E SCUOLA
grammazione del percorso, sono
state effettuate, sotto supervisione
clinica, da un corsista della Forma-
zione Primaria, destinato a entrare
in breve tempo nel campo della
docenza diretta in classe. Questo
elemento apre la prospettiva che,
in misura strutturata e pianificata,
possano essere gli insegnanti stessi
della scuola primaria a predisporre in
ambito didattico (sia come insegnanti
curricolari o di sostegno) una serie di
proposte e interventi fattivi, in forma
di laboratorio, percorso formativo
individuale o gruppale ristretto, di
classe o di interclasse, con l’obiettivo
precipuo di sostenere la crescita e la
maturazione di questi bambini.
La presa in carico tradizionale degli
alunni con tali problematiche (e del-
le rispettive famiglie) comporta un
invio alla struttura clinica (pubblica
o privata), dalla quale gli insegnanti
ricevono, anche se non con la fre-
quenza sperata e spesso necessaria,
un percorso di training dedicato da
parte dello specialista, volto a gestire
nei modi e nei tempi più adeguati
sia le caratteristiche primarie del
disturbo, sia le ricadute negative a
livello comportamentale e didatti-
co; tale preparazione richiede poi la
traduzione delle informazioni e delle
indicazioni condivise in una prassi
da utilizzare con costanza e perse-
veranza con il bambino inserito nella
classe e in una fattiva collaborazione
dei genitori al riguardo, per cui non
infrequentemente l’impegno educati-
vo e didattico richiesto viene vissuto
spesso dai docenti come non così
facilmente e direttamente applicabile
nella pratica quotidiana.
La prospettiva dunque di poter usu-
fruire di interventi diversificati, come
quello qui presentato, in un contesto
scolastico, offre all’insegnante da un
lato la possibilità di cogliere aspetti
emotivo-relazionali non facilmente
evidenziabili nella classe, dall’altro
l’applicazione di percorsi relazionali
integrati per il bambino con una spe-
cifica problematica clinica.
In un mondo della scuola prima-
ria sempre più popolato da alunni
con le più disparate problematiche
(quali ad es. ADHD e disturbi specifici
dell’apprendimento, tanto per citare
i più frequenti) e sempre più solleci-
tato dalle famiglie, e talvolta anche
dagli stessi clinici, a fornire risposte
non solo didattiche, ma anche edu-
cativo-maturative, il percorso sopra
illustrato appare di indubbio inte-
resse per dimostrare che nel campo
della formazione (specialistica e non)
dell’insegnante possono essere indi-
viduatemetodiche di aiuto specifiche
per i bambini con ADHD, compatibili
con il curriculum formativo esistente
e destinate ad ampliarne il bagaglio
tecnico ed esperienziale.
Guido de Rénoche
Neuropsichiatria Infantile ULSS 16
Padova
Prof. P.c. Facoltà di Scienze della
Formazione Università di Padova
Claudia Maragno
Dott.ssa in Scienze della Formazione
Primaria, Università di Padova
Luigi Bianchin
Neuropsichiatra Infantile
Prof. P.c. Facoltà di Medicina e
Chirurgia, Università di Padova