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ORIENTAMENTO E SCUOLA
generale fornita è quella di uno
scarso autocontrollo, di irrespon-
sabilità, di immaturità e disinibi-
zione comportamentale.
3)
Iperattività
: può essere concet-
tualizzata come un eccessivo o
inappropriato livello di attività ri-
spetto ai pari, sia essomotorio e/o
vocale. Si manifesta con irrequie-
tezzamolto frequente, movimenti
continui, incongrui e afinalistici,
incapacità a restare fermi (special-
mente in situazioni tranquille). Il
soggetto può far uso eccessivo di
commenti (spesso inappropriati)
e verbalizzazioni quando ciò non
è richiesto. Tali bambini sono in
continuo movimento, e predi-
ligono molto le attività ludiche
tipo correre, saltare, arrampicarsi;
globalmente il gioco non appare
tranquillo, anzi spesso è rumoroso
e disorganizzato.
Accanto ai sintomi fondamentali,
molto frequente è la condizione di
comorbilità, vale a dire la co-presenza
di ADHD con altri disturbi psichiatrici,
come i disturbi specifici dell’appren-
dimento, il disturbo oppositivo-pro-
vocatorio, i disturbi d’ansia, tanto per
citare i più ripetuti.
Frequentemente, le competenze di
scrittura e di lettura sono al di sotto
dell’età cronologica, con difficoltà
di lettura, di ortografia, di grafismo
e di calcolo. Ne derivano un ridotto
adattamento alle esigenze scolasti-
che, la difficoltà a “tenere il ritmo”
della classe e la possibilità di un ren-
dimento inferiore alle aspettative,
che si evidenzia maggiormente negli
anni successivi all’inizio della scuo-
la primaria, allorché aumentano le
richieste prestazionali e didattiche.
Spesso, la sintomatologia del distur-
bo si riduce in ambienti altamente
strutturati (quale può diventare, con
opportuni accorgimenti, l’ambiente di
classe) o in situazioni nuove e in atti-
vità interessanti che stimolino l’atten-
zione del bambino, oppure quando il
bambino è seguito in un rapporto 1:1
e viene frequentemente ricompensa-
to, nel contesto di attività motivanti e
con caratteristiche di brevità.
Invece, è possibile osservare un
peggioramento quando le condizioni
ambientali (famiglia, scuola, altri eu-
rops) non facilitano l’autocontrollo,
per es. in ambiti non strutturati (atti-
vità libera all’aria aperta, ricreazione),
durante attività ripetitive che ven-
gono percepite dal bambino come
noiose, in presenza di molte distra-
zioni, con una vigilanza di compiti e
routine domestiche ridotte, duran-
te uno sforzo mentale che richieda
un’attenzione sostenuta e/o durante
attività lente e prolungate.
I bambini con ADHD hanno per-
tanto difficoltà nel portare a termine
i loro obiettivi, possono essere facil-
mente ripresi per i loro comporta-
menti dirompenti e/o inadeguati,
possono necessitare di un’insegnante
di sostegno e/o di un piano educa-
tivo personalizzato con relazione di
svantaggio, specie in presenza di una
condizione di comorbilità significa-
tiva e di altre condizioni sfavorevoli
alla maturazione psicoaffettiva del
bambino.
Gli effetti di questa condizione sulle
famiglie comportano una percezio-
ne di maggiore stress, una tendenza
all’autobiasimo e all’isolamento so-
ciale e una più spiccata conflittualità
genitoriale.
Il bambino può andare incontro
a un maggiore rischio di fallimenti
scolastici e di condotta inadeguata
a scuola e a casa, nonché a difficoltà
nel partecipare ad attività ricreative
e nel conseguire valide relazioni so-
ciali. Gli esiti funzionali del disturbo
spaziano dalla scarsa autostima, alla
bassa tolleranza alle frustrazioni, per
arrivare sino a un’importante diffi-
coltà con l’autorità e a conseguenze
ancora più severe in adolescenza e
in età adulta.
I bambini sono ripresi e/o puniti
molto più frequentemente della nor-
ma per i loro comportamenti, ma-
nifestano difficoltà nello stringere
rapporti amicali con i coetanei, predi-