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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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Predisporre lo zaino richiede an-
che un tempo relativamente lungo
e si possono fare diverse prove: in
questo senso fare e disfare il proprio
bagaglio vuole dire rendersi conto
e divenire consapevoli di un cam-
biamento. Per tutti e cinque gli anni
della scuola primaria, nelle classi inte-
ressate, sono stati attivati progetti di
educazione al benessere in contesti
di apprendimento in un’ottica siste-
mica, secondo quanto sopra delinea-
to, disegno su cui può naturalmente
situarsi la
manovra esperienziale
della
tecnica dello zaino, messa a punto da
Andrea Canevaro (1999). Nell’idea
di Canevaro, la tecnica dello zaino è
stata sperimentata in vari contesti,
ad esempio per permettere di espri-
mere i sentimenti riguardanti la fase
di differenziazione degli adolescenti
dai propri genitori.
Prendendo spunto dalle esperienze
dello studioso, seppur con obiettivi
diversi, si è cercato di sperimentare
tale esperienza in ambito scolastico
in cinque classi quinte della scuola
primaria. Nella sua realizzazione si
è tenuto conto delle seguenti pre-
messe teoriche sistemiche (Telfner
e Casadio, 2002):
· il mondo in cui viviamo è costruito
dalle persone che comunicano tra
loro;
· i fenomeni sono complessi e non
riducibili;
· la punteggiature degli eventi, cioè
ciò che scegliamo di vedere, è de-
terminato da come guardiamo;
· l’osservatore è parte del sistema e
prodotto del sistema;
· la conoscenza è considerata come
processo affettivo-cognitivo e re-
lazionale;
· il sistema scolastico è simile al si-
stema famiglia.
In particolare, per quest’ultimo
aspetto bisogna dire che entrambi
sono un sistema relazionale, ovve-
ro sono costituiti da una o più unità
collegate tra di loro in modo che un
cambiamento nello stato di un’unità
sarà seguito da un mutamento nelle
altre unità; sono sistemi in costante
trasformazione in quanto si adatta-
no alle differenti esigenze dei diversi
stadi di sviluppo che attraversano;
sono sistemi attivi che si autogover-
nano, mediante regole sviluppatesi
e modificatesi nel tempo, attraverso
“tentativi ed errori”, che permettono
ai vari membri di sperimentare ciò
che nella relazione è permesso e ciò
che non lo è; sono sistemi aperti in
interazione con altri sistemi (sanità,
quartiere, coetanei, ecc.).
Per entrambi è importante tener
conto del contesto in cui ha luogo la
comunicazione umana, nella quale
frasi, atteggiamenti, stati d’animo
assumono un significato rispetto ad
una specifica situazione.
L’obiettivo è stato quello di favorire
un incontro emozionale che permette
di:
- promuovere il “nutrimento affetti-
vo”;
- gestire la separazione e differen-
ziazione dal gruppo classe;
- favorire la definizione della relazio-
ne e avere la conferma dell’allievo
nella sua autonomia e originalità;
- permettere l’interscambio emo-
zionale e la ridefinizione positiva
della relazione allievo-insegnante,
ridando a ciascuno quello che gli
spetta, ovvero all’alunno la con-
ferma di sé e la possibilità di con-
tinuare ad esplorare il mondo, e
agli insegnanti il compimento del
proprio ruolo.
Inserita quindi in progetti di più
ampia portata di educazione al be-
nessere in chiave sistemica e in un
lavoro di
orientamento co-costruito
per il passaggio alla scuola di grado
superiore, la tecnica dello zaino divie-
ne
praticamente
un’attività collabora-
tiva per il gruppo classe, abituato a
lavorare con la metodologia del
circle
time
con frequenza quindicinale, da
svolgersi nell’arco di almeno una set-
timana, di cui di seguito si fornisce
una breve descrizione.
L’insegnante, dopo avere raggrup-
pato tutti gli alunni in cerchio, comu-
1...,32,33,34,35,36,37,38,39,40,41 43,44,45,46,47,48,49,50,51,52,...123
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