02 quaderno n. 41.indd - page 19

18
ORIENTAMENTO
CRISI DEL TEMA DELLA
AUTOREALIZZAZIONE
Il tema dell’autorealizzazione, an-
che se non del tutto accantonato
nelle grandi storie del cinema o del-
la letteratura contemporanea, sem-
bra in gran parte svuotato della sua
funzione paradigmatica. L’intreccio,
il format tipico della storia di forma-
zione che, nelle sue infinite variazioni,
ruota intorno al tema dell’autorealiz-
zazione, ovvero del soggetto che si
impegna, lotta contro le ostilità del
suo ambiente, non si arrende di fron-
te agli ostacoli al fine di dare piena
espressione alle proprie potenzialità
e realizzare i propri desideri, appare
non più adeguato a raccontare le sto-
rie, le aspirazioni e i progetti delle
nuove generazioni.
Anche la natura dei dilemmi con
cui le persone in formazione devono
confrontarsi sembra radicalmente
cambiata. Se un giovane borghese
europeo della fine del Settecento
poteva soffrire per i vincoli e i freni
posti alle sue ambizioni dalle sue ori-
gini, al contrario proprio l’apparente
mancanza di vincoli e freni sembra
oggi contribuire al disorientamento
di tanti giovani (e non solo). Realiz-
zarsi in un mondo di opportunità
apparentemente senza limiti, e po-
che certezze, ha i suoi costi e i suoi
rischi specifici. Così Alain Ehrenberg
7
osserva che: “
La modernità ha fatto
progressivamente di noi degli uomini
senza guida, ci ha posti a poco a poco
nella condizione di dover giudicare da
soli e di dover fondare da soli i nostri
punti di riferimento (…). Non c’è più al-
cuna leggemorale né alcuna tradizione
a indicarci dall’esterno chi dobbiamo
essere e come dobbiamo comportarci
”.
E conclude: “
La contrapposizione fra
il permesso e il vietato tramonta per
fare spazio a una contrapposizione
lacerante fra il possibile e l’impossibile
”.
Tratto dominante delle storie di vita
del XXI secolo diviene la frammenta-
rietà e la polverizzazione delle trame.
Nella modernità liquida raccontata
da Bauman
8
non solo le collocazioni
individuali nella società, ma i luoghi ai
quali gli individui possono aspirare di
accedere e in cui possono desiderare di
stabilirsi si liquefanno rapidamente e
ben difficilmente possono fungere da
fulcro per progetti di vita
”. In questo
contesto, “
condursi razionalmente si-
gnifica lasciare aperte quante più op-
zioni possibili, e conquistare un’identità
che una volta per tutte offre coerenza
e continuità, significa sbarrare delle
opzioni o precluderle in anticipo
”.
La spinta all’autorealizzazione ri-
schia, in queste mutate condizioni, di
trasformarsi in una missione impos-
sibile e forse persino poco remune-
rativa. Il tema perde inevitabilmente
di centralità nella costruzione delle
storie di vita e professionali degli indi-
vidui. Con il tema anche il format nar-
rativo tipico si disgrega. Il continuo
procedere in direzioni diverse insieme
alla mancanza di saldi punti di anco-
raggio, nel processo di costruzione
dell’identità adulta, propria dei pro-
tagonisti delle storie dei nostri giorni
ha bisogno, per essere raccontato,
di un tipo di intreccio molto diverso
da quello messo a disposizione dal
romanzo di formazione. Non a caso, la
forma dominante della narrazione del
nostro tempo può essere individuata
nell’intreccio così detto a suspense;
capace di sostenere la tensione con la
promessa, l’aspettativa implicita, che,
alla fine della storia, i pezzi, spesso
molto diversi, che compongono il
puzzle delle proprie esistenze smet-
teranno finalmente di vorticare con-
fusamente in tutte le direzioni; come
pure di mostrare sempre e soltanto
un pezzetto di verità e pure contrad-
dittoria. Alla fine solo alla fine, questa
è la promessa, l’aspettativa che tiene
incollato il lettore/spettatore, ogni
tassello andrà al suo posto, il disegno
della propria vita sarà ricomposto, il
senso degli accadimenti riconquista-
to. Almeno per un po’.
Infine, non solo sul piano narratolo-
gico e pragmatico (cioè della sua ca-
pacità di significare le scelte operate
1...,9,10,11,12,13,14,15,16,17,18 20,21,22,23,24,25,26,27,28,29,...123
Powered by FlippingBook