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ORIENTAMENTO
diversi ma altrettanto fecondi, e non
solo per l’individuo? Se la consape-
volezza di sé è un punto di partenza
fondamentale e imprescindibile per
orientarsi in modo efficace nel corso
di tutta la vita, è allo stesso tempo
fondamentale, forse, recuperare un
punto di vista più ampio (e un signi-
ficato più alto) nella costruzione delle
nostre storie di individui. La spinta a
realizzare si alimenta se sostenuta da
qualcosa (un pensiero, un’idea, una
fede, un convincimento e un senti-
mento profondo) che travalichi i limiti
delle nostre qualità e potenzialità e
non rinvii esclusivamente alla misura
del nostro Ego. Come dice C. G. Jung:
“
La domanda decisiva per l’uomo è
questa: è egli rivolto all’infinito oppure
no? Questo è il problema essenziale
della sua vita. Solo se sappiamo che
l’essenziale è l’illimitato, possiamo evi-
tare di porre il nostro interesse in cose
futili e in ogni genere di scopi che non
sono realmente importanti, Altrimenti,
insistiamo per affermarci nel mondo
per questa o quella qualità che con-
sideriamo nostro possesso personale,
come il mio talento o lamia bellezza
”.
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In conclusione, la nostra analisi
è tesa ad evidenziare come il diso-
rientamento di tanti non sia solo il
prodotto delle difficoltà a trovare una
collocazione concreta e relativamen-
te stabile alle proprie aspettative di
lavoro e progetti per il futuro; ma
altresì riflesso di una mancanza di
risposte ad un livello più profondo,
quello del
perché
delle proprie scelte.
Dimensione questa cui fa particola-
re riferimento Mark Savickas nella
sua articolata e documentata analisi
sui processi di costruzione della car-
riera.
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Nel presentare i diversi livelli
di indagine ed intervento su cui si
focalizza il suo modello di Career
Interview, Savickas suggerisce allo
stesso tempo un punto di osserva-
zione, semplice e illuminante, sulle
teorie e pratiche di orientamento.
In breve, e con riferimento alle sue
analisi, possiamo dire che quando ci
occupiamo di processi di carriera la
nostra attenzione, sia da un punto
di vista teorico che operativo, può
essere concentrata, a seconda dei
casi e dei tempi, sulle dimensioni del:
· che cosa
:
le professioni, i settori
produttivi, i percorsi di istruzione
o formazione professionale, verso
cui eventualmente indirizzare la
nostra attenzione, i nostri sforzi ed
investimenti;
· come
: tutto ciò che Savickas rias-
sume sotto la voce “career adap-
tability”, ovvero quelle abilità,
comportamenti, competenze, stili
di pensiero che è utile attivare e
sviluppare per migliorare la nostra
capacità sia di fissare degli obiettivi
ai nostri percorsi di carriera sia di
gestire in modo efficace le nostre
carriere;
· perché
: le motivazioni, le ragioni
profonde, i criteri, non sempre pie-
namente consapevoli o solo“razio-
nali”, che ci guidano nell’operare le
nostre scelte.
Se, com’è chiaro, il bravo orientatore
è colui che sa guidare la persona a
sviluppare le sue competenze con
riferimento a tutti e tre i livelli (perché,
che cosa, come), è altresì vero che i
bisogni di aiuto delle persone posso-
no, a seconda dei casi, concentrarsi
prioritariamente su uno di questi li-
velli. Di conseguenza è ragionevole
ipotizzare che gli interventi di orien-
tamento offerti possano specializzarsi
su una specifica dimensione, metten-
do momentaneamente in secondo
piano le altre. Tuttavia, ci pare di poter
affermare che nel nostro Paese l’at-
tenzione alla dimensione del
perché
dei processi di auto-orientamento
sia, in generale, un fenomeno rela-
tivamente recente e tutto sommato
ancora abbastanza residuale.
Volendo riassumere in pochi tratti
un processo che è stato sicuramen-
te molto più articolato e comples-
so, non è azzardato dire che: prima
l’attenzione alla dimensione del
che
cosa
e poi, più di recente, a quella del
come
hanno segnato le tappe fonda-