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ORIENTAMENTO
capacità di imprimere un personale
corso alla propria esistenza, diverso
da quello che la nascita o le circostan-
ze sembrano volergli assegnare. In
tutti i casi, “
l’apprendistato non è più
il lento e prevedibile cammino verso il
lavoro del padre, ma incerta esplora-
zione dello spazio sociale
”.
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Limitiamoci qui a considerare come
l’idea stessa della necessità sociale
di una funzione orientativa, che si
afferma negli Stati Uniti dei primi del
‘900 con l’esperienza di Frank Parsons
(Bureau of Vocational Guidance), si
lega strettamente alla visione di una
società in cui sia possibile, anzi do-
veroso, per tutti, cercare la propria
strada e dare espressione concreta
alle proprie aspirazioni e ai propri
talenti. L’idea che a tutti sia data la
possibilità di elevarsi, di esprimere
appieno le proprie potenzialità, di
progredire e superare i limiti di una
partenza pur svantaggiata, è un’idea
così radicata nella cultura americana
che ancor oggi ci sorprende per la
forza con la quale viene riproposta;
in particolare in quell’enorme in-
ventario di destini possibili che è il
cinema. L’interprete di queste storie
emblematiche, potremmo dire con
De Tocqueville, “
sempre cercando, ca-
dendo, rialzandosi, spesso deluso mai
scoraggiato, tende incessantemente
verso quella grandezza immensa che
intravede confusamente al culmine
della lunga strada
”.
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Di più, senza le resistenze e l’attri-
to, per così dire, di un ambiente che
tende a spingere il/la protagonista
a mettere da parte alcuni suoi pe-
culiari modi di essere o aspirazioni,
percepite come inconciliabili con il
proprio ruolo sociale atteso e che ne
fanno perciò stesso un diverso e po-
tenzialmente un disadattato, la storia
non si metterebbe in moto. Così, ad
esempio, Dumbo non scoprirebbe
mai di saper volare, la protagonista
di “
Sognando Beckham
”non divente-
rebbe la campionessa di calcio che
sogna, Billy Elliot non infilerebbe mai
scarpette e tutù da ballo.
«…la ricetta è
avere molti figli,
così quando
vengono grandi
vanno all’estero
a guadagnare.
Iddio vuole così,
no? Iddio, dopo
i preti e tutta
la compagnia
bella. Morirà
anche il prete, no?
Moriranno tutti,
i ricchi e i poveri.
Tutti!...»
un abitante
di Mersino, 1968