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IL CATALOGO REGIONALE DELL’OFFERTA ORIENTATIVA
Il successo dei prototipi proposti va attribuito, oltre che all’entusiastico impegno di docenti e studenti, soprattutto alla disponibilità
di materiale molto strutturato, quindi pronto per essere utilizzato seguendo le precise indicazioni fornite dalle “schede insegnanti”
(motivo per cui avevamo scelto proprio questi fra i tanti prototipi in catalogo), e al prezioso supporto fornito dal servizio regionale di
orientamento attraverso i corsi di formazione: fondamentali, in particolare, si sono rivelati sia gli interventi teorici sui principali costrutti
dell’orientamento che le attività seminariali sulle modalità di gestione dei prototipi in aula, indispensabili nell’impegnativa trasformazione
dei docenti in facilitatori, condizione imprescindibile per l’efficacia dell’attività.
La ricaduta positiva di questa esperienza sul percorso di auto-orientamento degli studenti è stata riconosciuta da loro stessi a posteriori,
sottolineandone in particolare l’utilità
per la conoscenza di sé, “perché grazie alle domande che propongono i questionari possiamo prenderci un piccolo spazio
di tempo per ragionare su noi stessi, su cosa realmente ci piace, cosa siamo in grado di fare e quali sono le nostre paure
o i nostri obiettivi”;
per la riflessione sulla loro idea del lavoro, “perché magari da soli avremmo pensato soltanto all’immediato futuro,
ovvero solo alla scelta dell’università, mentre così abbiamo fatto il punto della situazione con un percorso università-lavoro”
e “perché ci ha fatto riflettere su cosa significhi per ognuno di noi il lavoro, quale priorità dare all’attività lavorativa,
ma soprattutto su quali aspetti di essa (profitto, soddisfazione sul campo lavorativo, serenità, tempo libero…)
intendiamo focalizzare il nostro interesse e quindi la nostra futura scelta”;
per il confronto con i compagni, perché “mi ha permesso di considerare le tematiche trattate secondo punti di vista
che forse non mi sarebbero venuti in mente” e “condividere con i propri compagni preoccupazioni e scoprire
che il più delle volte sono ansie comuni, aiuta ad affrontare con più sicurezza i propri punti deboli”.
Gli studenti hanno dimostrato di aver colto appieno, e particolarmente apprezzato, il nuovo approccio all’orientamento, focalizzato
sull’individuazione delle risorse e degli interessi personali e sui valori attribuiti al lavoro e non, come finora prevalentemente avveniva,
sulla tappa successiva del loro percorso scolastico (per quasi tutti l’Università).
Anche la metodologia proposta, che ha consentito loro di confrontarsi con gli altri, prima in piccoli gruppi in cui tutti potevano trovare
spazio per esprimersi, poi nell’ambito della classe, è stata particolarmente apprezzata, tanto da essere in alcuni casi riproposta dai
docenti, per la sua efficacia, anche nell’ambito delle attività didattiche curricolari.
Il lavoro svolto con i prototipi ha permesso inoltre agli studenti, ed in particolare a quelli delle classi coinvolte nella sperimentazione del
“Quaderno dell’orientamento” (rete di scuole DOCC), di partecipare in modo più consapevole anche alle altre attività di orientamento
offerte dalla scuola, che sono state vissute non più come “spot”, ma come momenti di un percorso strutturato, all’interno del quale ogni
singola tappa acquisiva una precisa funzione. Obiettivo più alto dei percorsi di orientamento è infatti, a mio parere, rendere lo studente
protagonista del proprio percorso, fornendogli strumenti efficaci per compiere con sempre maggiore consapevolezza ed autonomia le
proprie scelte.
Bilancio pienamente positivo, quindi, per un percorso che ha visto nascere e svilupparsi negli anni una continuativa ed efficace
collaborazione fra la scuola e il servizio regionale di orientamento, basata sulla condivisione di linguaggi ed esperienze e sull’interazione
fra le diverse professionalità e finalizzata a fornire un servizio sempre più efficace nell’ambito dell’orientamento e della lotta contro la
dispersione.
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