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ORIENTAMENTO E SOCIETÀ
petuta nella seconda parte della sche-
da, chiede invece di indicare quali
delle categorie potranno essere di
competenza dell’artigiano nel futuro.
L’analisi delle risposte permetterà di
vedere se i soggetti percepiscono
mutamenti e verso quali aree occu-
pazionali.
La prima considerazione da fare
riguarda i punteggi molto alti che
hanno raccolto tutte e quattro le figu-
re proposte nella prima scheda. Trat-
tandosi di esprimere un giudizio nu-
merico solo su caratteristiche positive
emerge, così, una valutazione molto
positiva dei lavoratori, qualunque sia
la categoria cui appartengono.
Dal confronto dei singoli punteg-
gi medi per ogni categoria l’operaio
ottiene 7,68, l’artista 8,53, l’impren-
ditore 8,96 mentre l’artigiano 9,03.
Anche se uno sbilanciamento in
favore dell’artigiano poteva essere
atteso poiché ai soggetti era stato
indicato il committente della ricerca,
esso comunque può aver inciso su un
giudizio già di per sé elevato.
Nella percezione degli intervistati,
l’artigiano condivide con l’artista la
passione
e la
creatività
, mentre l’unica
categoria che condivide con l’impren-
ditore riguarda lo specifico del suo
lavoro nella
conoscenza del prodotto
finale.
Nessuna delle tre principali ca-
ratteristiche è condivisa con l’operaio.
L’analisi di tutte le caratteristiche
dell’artigiano mostra, infine, che gli
intervistati hanno espresso una cor-
relazione positiva, ovvero un variare
insieme in senso positivo, della
cre-
atività
in relazione alla
capacità
ed
anche della
conoscenza del prodotto
finale
in relazione alla
competenza.
Questo ci permette di affermare che
per la maggior parte degli intervistati
le due coppie di caratteristiche sono
percepite in forte relazione: nell’arti-
giano la spinta creativa non può pre-
scindere dalla capacità di realizzarla
attraverso le materie prime del pro-
prio ambito di lavoro; la conoscenza
del proprio prodotto non può essere
distinta dal saperlo realizzare.
Confrontando i punteggi medi
ottenuti dalle quattro figure profes-
sionali, solo l’artigiano mostra una
differenza significativa fra i due sessi:
le donne intervistate hanno espresso
valutazioni più alte rispetto agli uomi-
ni. Analizzando i risultati ottenuti dai
dati della seconda scheda si osserva
che le categorie che al presente so-
no percepite come inerenti l’ambito
dell’artigianato sono poche e legate
alle materie prime riconosciute spes-
so nello stereotipo dell’artigiano “di
bottega”. Le categorie occupazionali
riconosciute da 8 intervistati su 10
sono: il legno (87%); il tessile, abbi-
gliamento e cuoio (83%) e ceramica,
vetro, materiali da costruzione (82%).
Solo 6 intervistati su 10 ritengono che
l’artigiano sia nel settore della ma-
nutenzione (65%) ed in quello della
carta e cartotecnica (60%) mentre so-
lo la metà degli intervistati individua
la categoria elettricità ed elettronica
(50%).
Dal confronto della scheda al pre-
sente con quella al futuro, abbiamo
notato una flessione verso il basso di
tutti i punteggi che si erano delineati
nella scheda precedente come cate-
gorie occupazionali ben riconosciute
per l’artigiano le quali, pur continuan-
do ad essere le categorie più indica-
te, sembrano perdere preferenze in
favore di punteggi superiori in tutte
le altre categorie. Troviamo così che
6 intervistati su 10 riconoscono all’ar-
tigianato le categorie legno (69,7%),
tessile abbigliamento, cuoio (67,6%),
ceramica, vetro, materiali da costru-
zione (63,9%); mentre solo lametà dei
soggetti indica le categorie edilizia e
lavori pubblici (52,2%) e manuten-
zione (52,2%).
Si potrebbe ipotizzare quindi che,
se nel presente prevalgono gli stere-
otipi dell’artigiano legati prevalente-
mente alla lavorazione delle classiche
materie prime, nel futuro sembra che
queste certezze venganomeno e ren-
dano più difficile individuare quali
possano essere le categorie in cui
l’artigiano potrà prestare la sua opera.
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