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ORIENTAMENTO E SCUOLA
guardo al proprio corpo) (Berlucchi,
Aglioti, 1997). Ad esempio, Blanke
e collaboratori (Blanke et al., 2002)
hanno dimostrato che esperienze di
depersonalizzazione (ad esempio,
l’esperienza di trovarsi al di fuori del
proprio corpo) possono essere in-
dotte da stimolazione elettrica della
TPJ in pazienti neurologici.
Un certo numero di studi di ima-
ging funzionale hanno sottolineato
il coinvolgimento del lobulo parie-
tale inferiore nell’esperienza di es-
sere agente di un’azione. L’attribu-
zione di un’azione ad un altro agen-
te, che richiede essenzialmente la
distinzione tra il comportamento
di sé e degli altri, è stata associata
con un aumento dell’attività a li-
vello della giunzione del lobo pa-
rietale inferiore (Farrer, Frith, 2002).
È interessante notare che anche la
simulazione mentale del comporta-
mento proprio e altrui coinvolge un
simile meccanismo di discrimina-
zione sè-altri. Tali risultati sottoline-
ano la somiglianza tra i meccanismi
neurali sottostanti una corretta at-
tribuzione di azioni, emozioni, pen-
sieri ai loro rispettivi agenti quando
si simulano mentalmente azioni o
esperienze emotive per sé o per un
altro individuo. Per riassumere, l’au-
to-consapevolezza e il senso di “
es-
sere agente
” svolgono un ruolo fon-
damentale nell’empatia e in genera-
le in ogni interazione sociale. Questi
sono aspetti importanti che posso-
no essere in gioco nel distinguere
il
contagio emotivo
, che si basa sul
nesso automatico tra la percezione
delle emozioni espresse dagli altri
e la propria esperienza della stessa
emozione, e l’empatia che richiede
una relazione più distaccata.
REGOLAZIONE EMOTIVA
(ACCETTAZIONE E
RISPETTO PROFONDO)
La capacità di regolare le proprie
emozioni ha una chiara funzione
adattiva all’interno delle interazio-
ni sociali sia per l’individuo sia per
la specie. È stato dimostrato che
le persone che possono regolare
le loro emozioni hanno maggiori
probabilità di provare sentimenti
di empatia, e anche di attuare com-
portamenti di natura prosociale
(Eisenberg et al., 1994). Il concetto
di regolazione emotiva è definito
come il processo di avvio, inibizio-
ne, mantenimento, o modulazio-
ne della forma, intensità, durata
di un´emozione (Eisenberg et al.,
2004). Precedenti ricerche hanno
dimostrato che la capacità di rego-
lare le proprie emozioni correla po-
sitivamente con sentimenti di pre-
occupazione per l’altra persona. Al
contrario, le persone che non hanno
capacità di contenimento delle loro
emozioni, soprattutto emozioni
negative, sono esposte a maggior
stress personale, a reazioni emoti-
ve avversive, come ansia o disagio,
quando viene rilevato lo stato emo-
tivo di un’altra persona. Nel caso
dell’empatia la migliore risposta alla
sofferenza dell’altro non può essere
angoscia, ma piuttosto lo sforzo per
lenire tale sofferenza.
Meccanismi cognitivi “top-down”
sembrano alla base della funzione
di autoregolazione emotiva. Una
regione rostrale della corteccia pre-
frontale mediale (MPFC) sembra
svolgere un ruolo importante in
questa modulazione. Sono state do-
cumentate diverse strategie cogni-
tive per regolare le emozioni. Pren-
dere la posizione di osservatore di-
staccato è ad esempio una strategia
per ridurre l’esperienza soggettiva
di ansia e dolore.
Tale ruolo distaccato probabil-
mente svolge un ruolo importante
nell’empatia al fine di mantenere
una prospettiva neutrale, ad esem-
pio, nella interazione tra uno psico-
terapeuta e il suo cliente. Recenti
studi fMRI hanno individuato un
numero limitato di regioni nella
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1...,43,44,45,46,47,48,49,50,51,52 54,55,56,57,58,59,60,61,62,63,...98
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