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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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tazione di reali o potenziali minacce
(LeDoux, 2000).
Immaginare se stessi in una situa-
zione dolorosa e potenzialmente
pericolosa causa quindi un maggio-
re sentimento di paura e/o avver-
sione che immaginare qualcun altro
nella stessa situazione.
Nel complesso questi risultati em-
pirici dimostrano le somiglianze nel-
la rappresentazione affettiva di sé e
dell’altro, legate all’attività di circuiti
neurali condivisi che possono esse-
re attivati attraverso meccanismo
di
perspective taking
. È tuttavia im-
portante sottolineare come vi siano
anche significative differenze nei
sistemi neurali coinvolti nella pro-
spettiva di prima e terza persona.
L’esistenza di un sistema neuronale
specifico per la funzione di differen-
ziazione sè-altro sottolinea l’impor-
tanza, da un punto di vista evoluti-
vo, della capacità di tenere traccia di
chi è “agente” di uno stato/azione e
non fare (con)fusione tra sé e gli altri
nell’ambito delle relazioni sociali ed
in quelle psicoterapeutiche in parti-
colare.
CONGRUENZA ED
EMPATIA
Il presupposto per la relazione psi-
coterapeutica efficace è che i due
agenti possono preservare la loro
individualità. Come sottolineato nel
precedente paragrafo, nel caso di
condivisione di emozioni, una com-
pleta sovrapposizione tra sé e l’altro
indurrebbe una risposta emotiva
avversiva, o un over-arousal, che
non sono gli obiettivi dell’empatia
e di una efficace relazione emoti-
va. Quando prova empatia verso il
cliente, il terapeuta deve essere in
grado di distinguere i propri senti-
menti dai sentimenti condivisi con
il cliente. L’auto-consapevolezza (o
congruenza) è una condizione ne-
cessaria per fare inferenza sugli sta-
ti mentali dell’altro (Gallup, 1982).
Pertanto il senso di “
essere agente
è un aspetto cruciale al fine di un
efficace “
viaggio
” all’interno delle
rappresentazioni condivise tra sé e
gli altri. La capacità di riconoscere se
stessi come agenti di un comporta-
mento è il modo in cui ci si definisce
un’entità indipendente dal mondo
esterno (Jeannerod, 2003). Nel caso
dell’empatia, la condivisione affet-
tiva deve essere modulata e conte-
nuta dalle capacità di congruenza.
Essa è un aspetto fondamentale che
permette l’esistenza di un interesse
disinteressato
per gli altri, piuttosto
che un desiderio egoistico di sfug-
gire a sensazioni avversive.
Dati derivanti da numerosi studi
di neuroimmagine, come pure stu-
di su pazienti neurologici, indicano
che la corteccia parietale inferiore
destra, al confine con la parte po-
steriore della corteccia temporale
(giunzione temporoparietale, TPJ),
svolge un ruolo cruciale nella di-
sgiunzione tra i segnali derivanti da
azioni auto-prodotte con segnali
generati dall’ambiente (Jackson,
Decety, 2004). La TPJ è una cortec-
cia associativa multi-modale che
integra le informazioni derivanti
dalla porzione laterale e posteriore
del talamo, così come dalle porzio-
ni visive, uditive, somato-sensoriali
del diencefalo. Essa è connessa reci-
procamente alla corteccia prefron-
tale e ai lobi temporali. A causa di
queste caratteristiche anatomiche,
questa regione è un luogo cardine
al fine dell’integrazione multisen-
soriale delle informazioni relative
alle sensazioni corporee, nonché
alla costituzione dell’esperienza fe-
nomenologica del sé (Blanke, Arzy,
2005). Una lesione a questa zona
corticale può produrre una varietà
di disturbi associati alla consapevo-
lezza corporea come asomatogno-
sia, (la mancanza di consapevolezza
della condizione di tutto o di parti
del proprio corpo) o somatopara-
frenia (convinzioni delusionali ri-
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