QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
39
tiva si arriverebbe a sperimentare
sensazioni che sono simili, anche se
in genere più deboli, a quelle dell’al-
tra persona. A differenza dell’aspet-
to di imitazione e di contagio emo-
tivo legato all’empatia, la capacita di
perspective taking, fondamentale
strumento di lavoro per il terapeuta,
si sviluppa più tardi, in seguito alla
maturazione delle funzioni esecuti-
ve superiori (i processi che servono
a monitorare e controllare il pensie-
ro e le azioni) legate allo sviluppo
della corteccia associativa prefron-
tale che continua a maturare dalla
nascita all’adolescenza (Gogtay et
al., 2004).
La capacità di assumere la pro-
spettiva (schema di riferimento)
dell’altro ci permette di superare il
nostro abituale egocentrismo, di
adattare i nostri comportamenti
alle aspettative degli altri, e quindi
di rendere soddisfacenti le relazio-
ni interpersonali. In linea con que-
sto ragionamento le neuroscienze
cognitive hanno dimostrato che,
quando gli individui sono invitati ad
adottare la prospettiva di altri, ven-
gono attivati circuiti neurali comu-
ni. Nello stesso tempo, però, il tene-
re conto della prospettiva degli altri
implica l’attivazione di specifiche
parti della corteccia frontale che
sono coinvolte nel controllo esecu-
tivo e nel senso di “agente” (sorgen-
te dell’azione o rappresentazione). È
stato ipotizzato che il ruolo dei lobi
frontali possa essere quello di tene-
re separate le due prospettive (sè-
altro) o di resistere alle interferenze
da parte della propria prospettiva
(Decety, Jackson, 2004). Studi di
neuroimaging hanno rilevato cam-
biamenti dell’attività neuronale a
livello della corteccia prefrontale
fronto-polare, mediale, e ventrome-
diale, e il lobulo parietale inferiore
destro quando ai partecipanti era
richiesto di adottare la prospettiva
di un’altra persona.
Di particolare interesse sono alcu-
ne osservazioni in psicologia sociale
che documentano la differenza tra
immaginare l’altro e immaginare se
stessi. Questi studi dimostrano che
il primo caso può generare preoc-
cupazione empatica (definita come
una risposta orientata verso l’altro,
congruente con le difficoltà della
persona nel bisogno), mentre la se-
conda induce sia preoccupazione
empatica che angoscia personale
(vale a dire, una risposta di auto-
orientamento emotivamente av-
versiva come ansia o disagio). Que-
sta osservazione può contribuire a
spiegare il motivo per cui l’empatia,
la condivisione emotiva, siano ele-
menti così importanti nella relazio-
ne d’aiuto. Se percepire un’altra per-
sona in uno stato emotivamente o
Paul Strand, ombre di
un portico
49