quaderno 38 - page 79

ORIENTAMENTO E SCUOLA
lo sviluppo dei due ambiti di com-
petenze può comportare il rischio
di un impoverimento del carattere
direttamente ‘esperienziale’ della
vita, e del suo aspetto relazionale-
affettivo in particolare, riducendolo
quasi solo alla dimensione del
vir-
tuale
.
Secondo Giuseppe Riva, autore
del libro “
I social network
”, questo
tipo di strumenti di comunicazione
permettono anche di “
controllare e
definire la propria identità sociale e
quella dei propri amici
”. Grazie a que-
sto processo e alla
fusione tra mon-
do reale e virtuale
si crea un’”
identità
fluida
”, che è flessibile, ma anche
precaria, incostante ed incerta. “
Se
un’identità fluida può essere un van-
taggio per un adulto, può diventare
un problema per un adolescente che
sta ancora cercando di costruire la
propria identità. In particolare può
portare a un rallentamento del pro-
cesso di costruzione dell’identità e a
sostituire la stabilità e il futuro con
un eterno presente privo di certezze
e di legami
”. Non dimentichiamo
che l’incapacità di rappresentarsi
il futuro è una delle caratteristiche
del disturbo depressivo (nelle sue
varie forme): nella persona depres-
sa, infatti, il presente è dilatato e
stagnante, vi è un’incapacità di im-
maginare un passato ed un futuro
diversi dal doloroso presente; in
altre parole la persona non riesce a
vedere la propria condizione come
una situazione transitoria, vive cioè
il presente dilatato, immutabile,
sempre connotato dal dolore.
Un’altra conseguenza della possi-
bilità di accedere tanto facilmente a
informazioni ed esperienze altrui
on
line
può consistere nell’
analfabeti-
smo emotivo
inteso come incapaci-
tà, soprattutto da parte dei più gio-
vani, di decifrare i propri sentimenti
e le proprie emozioni. La nostra
società, infatti, tende a sminuire il
ruolo delle emozioni; i giovani par-
lano moltissimo, ma spesso senza in
realtà dirsi nulla di veramente per-
sonale. È ora di aggiungere all’intel-
ligenza della ragione l’intelligenza
del cuore. Secondo Daniel Gole-
man, autore del libro “
Intelligenza
emotiva
”, infatti, lo studio del QI
(Quoziente Intellettivo) dovrebbe
essere affiancato a quello del QE
(Quoziente Emotivo). Non bisogna
infatti dimenticare che per la forma-
zione di un adeguato concetto di sé,
indispensabile per non cadere nella
confusione o ingorgo di pensieri, bi-
sogna che l’adolescente raggiunga
una buona
autostima
, che vuol dire
anche
completa
accettazione di sé
,
anche degli aspetti più negativi o
critici del proprio sé; tutte capacità
che si acquisiscono anche grazie ad
un contatto diretto e costante con la
propria vita emotiva.
L’autostima si costruisce anche a
partire dal riconoscimento, dal ri-
specchiamento dell’altro e questo
costituisce la base del processo di
costruzione dell’identità personale e
adulta. Se l’adolescente non realizza
questa esperienza nel suo ambien-
te, a scuola o in famiglia, può essere
indotto a cercarlo nel mondo della
devianza, in quelle realtà che aggre-
gano gruppi di soggetti che non rie-
scono ad avere identità coese o sono
socialmente emarginati. In questi
casi, la sessualità patologica, la dro-
ga, i pensieri distruttivi, un’identità
da eroe negativo, diventano gli ele-
menti caratterizzanti e di rinforzo
che gli danno senso e caratteristiche
identitarie che possono costituire
una deriva molto pericolosa.
IL MUTAMENTO DEL
RAPPORTO GENITORI-
FIGLI NELL’EPOCA
POST-MODERNA
Come emerge dalla relazione
L’adolescenza liquida: Nuove identi-
tà e nuove forme di cura,
presentata
a Roma al Convegno dell’I.P.R.S.,
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