QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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sibili destinatari di queste azioni e
in particolare, facendo riferimento
alla normativa italiana,
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a inoccupa-
ti, disoccupati, soggetti in mobilità,
persone in situazione di svantaggio
o handicap e a tutte le tipologie di
studenti dell’istruzione secondaria
di secondo grado, dell’istruzione su-
periore e della formazione.
Preoccupazioni in merito all’uti-
lizzo dei tirocini sono rintraccia-
bili anche in documenti nazionali
come il Piano
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“
ITALIA 2020 Piano di
azione per l’occupabilitá dei giovani
attraverso
l’integrazione tra appren-
dimento e lavoro”
che propone alcu-
ne riflessioni sull’uso dei tirocini nel
mondo dell’istruzione e della for-
mazione, evidenziando alcune deri-
ve che ne hanno inficiato la finalità
formativa. Il testo evidenzia la fun-
zione positiva dei tirocini che “
han-
no svolto un ruolo fondamentale per
avvicinare, anche in una ottica di pla-
cement, le sedi della istruzione e della
formazione al mercato del lavoro
”,
ma esprime parallelamente alcune
preoccupazioni e la necessità di un
rilancio. Il testo invita a ripensarne
l’utilizzo perché, accanto a buone
prassi si registrano fenomeni di pre-
occupante degenerazione che, non
di rado, trasformano i tirocini in ca-
nale di reclutamento di forza lavoro
a basso costo, senza alcuna valenza
formativa o orientativa.
Anche l’Intesa tra Governo, Regio-
ni, Province autonome e parti socia-
li per il rilancio dell’apprendistato
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evidenzia come non siano ancora
adeguatamente sviluppate le enor-
mi potenzialità dell’apprendistato
anche per la concorrenza di diversi
strumenti non sempre corretta-
mente utilizzati quali, tra gli altri, i
tirocini formativi e di orientamento.
Si concorda quindi sulla necessità di
pervenire ad un quadro più razio-
nale ed efficiente dei tirocini al fine
di valorizzarne le potenzialità in ter-
mini di occupabilità e prevenire gli
abusi e l’utilizzo distorto.
L’ISFOL, in relazione all’analisi
quantitativa e qualitativa delle
esperienze di tirocinio attivate
in Italia nel periodo 1999-2005
dai Centri per l’impiego (CPI), ha
individuato alcune criticità: “
L’evolu-
zione osservata porta a ritenere che
i tirocini siano utilizzati in misura via
via minore come periodo di prova per
selezionare persone da assumere e
siano sempre più spesso una modali-
tà utilizzata dalle imprese per abbas-
sare il costo del lavoro. Anche da par-
te dei giovani potrebbe esserci una
diversa valutazione dell’esperienza in
relazione all’immediato e poco selet-
tivo ingresso nel mercato del lavoro.
Resta però il fatto che alla maggiore
capacità territoriale di realizzare ti-
rocini si associa anche una quota di
esiti positivi superiore a quella media.
In definitiva, pur permanendo un ruo-
lo positivo dello strumento di politica
attiva del lavoro qui esaminato, sem-
brano delinearsi nel tempo fattori di
insoddisfazione legati alla decrescen-
te importanza ai fini della successiva
occupazione, appena temperati dalla
conferma dell’importanza dei fattori
organizzativi e di stimolo (Centri, Re-
gioni) più che dei soggetti coinvolti
(imprese e persone in cerca di occu-
pazione)
”
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.
Giovanni Tavoschi,
casa carnica, interno,
1978
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