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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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flusso di notizie e opinioni non si
ferma mai. Ciò in parte può essere
considerato positivo, ma l’eccesso
di informazioni sta cambiando il no-
stro modo di pensare e non sempre
in meglio; il cosiddetto
malessere
da sovraccarico di informazioni
sta
proprio ad indicare quel fenome-
no per cui quando aumenta il ca-
rico di informazioni cresce anche
l’attività della corteccia prefrontale
dorsolaterale,
1
ma in un esperimen-
to in cui aumentavano molto le in-
formazioni da vagliare per prendere
una decisione la sua attività calava
improvvisamente, “
come se fos-
se saltato un interruttore salvavita
(Sharon Begley, Newsweek, 2011);
in questo modo un carico eccessivo
di informazioni può spingere a fare
scelte poco sagge, di cui si rischia di
pentirsi, oppure può portare ad una
vera e propria “paralisi da informa-
zione”, ossia alla possibilità di non
scegliere affatto.
Inoltre, non è solo la quantità di
informazioni a mandare in tilt il cer-
vello, ma anche il loro ritmo: infatti
il cervello è programmato per nota-
re il cambiamento rispetto alla sta-
si. Un’e-mail in arrivo sul blackberry
è considerata un cambiamento. Lo
stesso vale per un post su facebook.
Nel processo decisionale siamo con-
dizionati a dare più peso a ciò che è
più recente, non a quello che è più im-
portante o più interessante
” (Ibidem).
Se invece il cervello potesse avere
la possibilità di pensare inconscia-
mente a un problema, prendendosi
dunque una pausa da tutto il flus-
so di informazioni che lo circonda,
avrebbe maggiore probabilità di
prendere una decisione
creativa
. Si
tratterebbe dunque di potersi crea-
re ciò cheWinnicott ha definito
area
transizionale
, intesa come spazio
potenziale tra individuo e ambien-
te, in cui si modella ogni forma di
processo mentale creativo, che ci
permette di sviluppare una autono-
mia riflessiva personale e di cogliere
l’opportunità che ciascuno di noi
vuole concedersi, di dare un nuovo
e personale senso alla propria esi-
stenza e al mondo, a partire dalle
pregresse esperienze sociali e cul-
turali; in altre parole si tratta di con-
cedersi la possibilità di avere delle
pause, dei tempi non organizzati
in cui lasciarsi andare alla scoperta
di territori non conosciuti, di nuove
scoperte.
RELAZIONI VIRTUALI,
IDENTITÀ FLUIDA E
CONSEGUENTE ANALFA-
BETISMO EMOTIVO
Un altro ambito problematico, so-
prattuttonei piùgiovani, è quello re-
lazionale. Oggi gli adolescenti sono
immersi in reti relazionali sempre
più ampie e complesse, e sembrano
molto abili nell’attraversamento di
diversi territori esperienziali e nella
gestione di una moltitudine di re-
lazioni. Tuttavia, si tratta spesso di
relazioni che non riescono a passare
dal livello della socievolezza di su-
perficie a quello di un più profondo
ed impegnativo coinvolgimento
personale.
A questo scenario si aggiunge
l’influenza esercitata dagli strumen-
ti di comunicazione tecnologica.
L’esiguità del carattere direttamen-
te ‘esperienziale’ della vita e del
suo aspetto relazionale-affettivo in
particolare, ormai quasi soltanto ri-
dotto al
virtuale
, può generare pro-
fonde esperienze di solitudine e di
“povertà”affettiva, talvolta non rico-
nosciute come tali.
Le competenze di interazione che
gli strumenti tecnologici offrono, se
non ben integrate con altre compe-
tenze che hanno a che fare con la
gestione delle dinamiche emotivo/
affettive all’interno della relazione,
possono risultare inefficaci nel mo-
mento dell’incontro, dello scambio
faccia a faccia. Questo squilibrio nel-
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