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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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Ciò che però appare più rilevante
in tale studio sono i risultati relativi
all’impiego dei punteggi di abilità
piuttosto che delle credenze di effi-
cacia, ovvero del fatto che la ricer-
ca ha utilizzato valori di quanto un
individuo sia “bravo”, piuttosto che
valori sul quanto uno si senta abile
nello svolgere una determinata atti-
vità. Da qui emerge che, nella scuola
secondaria di secondo grado, il mi-
glior rendimento scolastico in una
data materia non è collegato all’au-
mento di interesse per quell’area e
quindi eventuali cambiamenti nelle
abilità non sono associati ad aumen-
ti o decrementi dell’interesse. Que-
sto risultato ci riporta all’evidente
influenza riscontrata tra interessi e
credenze di efficacia negli studi già
citati: pare quindi che la percezione
di abilità sia più importante, nello
sviluppo degli interessi, rispetto alle
abilità vere e proprie.
DISCUSSIONE DEI
RISULTATI
Il primo dato che è emerso in
modo evidente è che i bambini di
questa fascia d’età pensano agli in-
teressi in maniera diversa rispetto a
come lo fanno gli adulti o i giovani-
adulti (Prime et al., 2010). Essi sono
più generici, indifferenziati e spesso
tendono a riferire che sono interes-
sati a tutto, indistintamente. Questo
aspetto ci riporta, in primo luogo,
all’attenzione che deve essere posta
nel costruire e nello scegliere stru-
menti di valutazione che siano pre-
disposti appositamente per questi
ragazzi, e che prevedano un’inter-
pretazione dei risultati in grado di
tener conto delle conoscenze che
i bambini possiedono e del modo
in cui vedono e categorizzano il
mondo. Essi impiegano dimensioni
concrete e si concentrano su fatto-
ri molto realistici come “Chi svolge
l’attività?”, nello stabilire se è tipica-
mente femminile o maschile (ste-
reotipo di genere); oppure “Dove
viene svolta l’attività?”, per capire se
essa ha luogo all’interno o all’ester-
no della scuola.
Nell’interpretare i risultati, inoltre,
si devono ricordare i cambiamenti
cognitivi e sociali vissuti dai ragazzi
nel passaggio dalla scuola primaria
alla secondaria, disagi che posso-
no portare ad una diminuzione dei
punteggi di interesse verso le attivi-
tà proposte: se si tiene conto di tale
aspetto nel percorso di sviluppo de-
gli studenti, sarà più semplice spie-
gare eventuali decrementi riscon-
trabili in questa fascia d’età.
Inoltre, è questo un periodo in
cui i ragazzi iniziano a differenziare
maggiormente le varie attività e a
scegliere quelle che preferiscono,
eliminando le altre: questo modo di
procedere alla selezione di ciò che
interessa può, anch’essa, contribuire
ad una diminuzione dei punteggi,
perché, a questo punto, non pen-
sano più che a loro “piace tutto” ma
che piacciono determinate e spe-
cifiche attività. Questi determinati
interessi, man mano che il soggetto
diventa più grande, finiscono per
poter essere categorizzati all’inter-
no del RIASEC e divengono anche
più stabili e duraturi (Tracey, 2002).
È nel passaggio dalla scuola se-
condaria di primo grado a quella
di secondo grado, che viene poi ri-
scontrato un nuovo incremento de-
gli interessi, dovuto soprattutto alla
possibilità di ampliare le proprie co-
noscenze e le proprie opzioni. Even-
tuali cambiamenti negli interessi
vengono, invece, attribuiti allo stress
correlato alle scelte che gli studenti
devono fare al termine della scuola
superiore, dovendo essi decidere fra
l’ingresso nel mondo del lavoro e la
prosecuzione degli studi all’univer-
sità o in corsi di formazione alterna-
tivi. È bene ricordare, però, che tali
cambiamenti di interesse non sono
associati a variazioni nelle abilità
vere e proprie, bensì sono recipro-
camente legate alle credenze di ef-
ficacia, cioè a quanto una persona si
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